"Sottovalutare le ripercussioni significa non tenere conto dell'importanza cruciale del servizio svolto per le nostre comunità".
Ha destato sconcerto e preoccupazione a tutti i livelli la notizia di un possibile aumento dell'Iva sui servizi resi dalle cooperative sociali. Una lievitazione, dall'attuale 4% ad un possibile 10%, contenuta nel disegno di Legge di stabilità 2013 (e che andrebbe a colpire, senza distinzione alcuna, pubblica amministrazione, mondo della cooperazione sociale e cittadinanza): «Siamo rimasti in primo luogo esterrefatti perché un aumento così significativo cade innanzitutto sulle persone, ed in particolare sulle fasce più deboli della popolazione, gravando sui bilanci già magri delle Pa, siamo estremamente preoccupati perché il provvedimento - che in provincia si stima pesi per oltre 9 milioni di euro - potrebbe davvero compromettere il rapporto di servizio con i Comuni - commentano i vertici dell'Alleanza delle cooperative italiane di Ravenna -.
Negli ultimi anni, anche nella nostra provincia, le cooperative sociali si sono fatte carico di una grossa fetta del welfare delle nostre comunità, spesso dovendo altresì fare i conti con politiche poco "attente" - vedi la triste vicenda del Consorzio servizi sociali di Ravenna - che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza stessa».
La cooperazione sociale in provincia di Ravenna rappresenta circa 5mila soci e lavoratori, in larghissima prevalenza donne, e un valore della produzione di oltre 150 milioni di euro: «Queste cifre non tengono conto però del valore aggiunto che la collaborazione con l'ente pubblico ha portato alle famiglie - continuano i vertici provinciali di Confcooperative, Legacoop e Agci -. Sottovalutare le ripercussioni che questo aumento potrebbe avere sul welfare delle nostre comunità significa non tenere conto dell'importanza di quanto costruito negli ultimi vent'anni e mettere in pericolo la tenuta di un settore così cruciale per la qualità della vita di un territorio».
Agli appelli della cooperazione sociale si è associato anche quello dell'Anci che, pochi giorni fa, ha messo in luce, per voce del sindaco di Lodi e delegato Anci al welfare, Lorenzo Guerini, come «In un momento in cui i Comuni sono molto esposti sul tema della spesa sociale per mantenere la coesione nelle loro comunità e a fronte della recessione di fondi di carattere nazionale che negli ultimi anni ha caratterizzato la politica del Governo verso le politiche sociali locali, un aumento così sostanzioso dei costi significa rischiare di mettere in pericolo i conti dei Comuni sulle politiche sociali».
Tra i rischi più concreti la riduzione dei servizi ai cittadini: «Nella pratica l'impennata dell'Iva potrebbe generare un effetto domino e portare alla riduzione del numero di posti nei nidi e negli asili, tagli all'assistenza per disabili, riduzione delle ore di apertura per i centri diurni - concludono i rappresentanti dell'Alleanza delle cooperative di Ravenna -. Così come sottolineato da Giuseppe Guerini, portavoce dell'Alleanza delle Cooperative Sociali italiana, quest'aumento ridurrà anche l'assistenza domiciliare per i non autosufficienti e i posti per gli anziani nelle Rsa perché Comuni e Asl dovranno prevedere costi più alti a fronte di tagli alla spesa».