La tassa sulle transazioni finanziarie comincia a diventare un dato concreto in Europa. È infatti finalmente arrivato il via libera della Commissione Ue alla procedura di «cooperazione rafforzata» per una tassa sulle transazioni finanziarie, a cui partecipano 10 paesi europei, con l'Estonia come 11esimo ancora in bilico: deve ricevere il via libera dal suo parlamento, che ha però già indicato la disponibilità ad unirsi ai primi 10 paesi.
Italia, Francia, Germania, Austria, Belgio, Portogallo, Slovenia, Grecia, Spagna e Slovacchia: è questo il gruppo che già si avvia sulla strada della cooperazione rafforzata, supportato anche dal commissario Ue alla fiscalità, Algirdas Semeta, che ha dichiarato: «Credo fermamente che la tassa Ue sulle transazioni finanziarie ha grandi benefici da offrire, anche se applicata da meno di 27 paesi, e credo anche che questo sia il momento giusto per andare avanti».
«Sono lieto di vedere che dieci Stati membri hanno espresso la loro disponibilità a partecipare a una tassa sulle transazioni finanziarie comune lungo le linee della proposta iniziale della Commissione - ha commentato il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso - La tassa può raccogliere miliardi di euro sufficienti per gli Stati membri in questi tempi difficili. Si tratta di equità: dobbiamo fare in modo che i costi della crisi siano condivisi dal settore finanziario, invece di pesare sulle spalle dei cittadini comuni». Le incertezze rimangono molte, ma la strada giusta per la tassa sulle transazioni finanziarie è stata intrapresa.