Casadei (assifero): erogazioni sostenibili e condivise.

Basta con le erogazioni di charity per progetti singoli. Serve un approccio differente, che preveda una continuità e una sostenibilità nel tempo e, soprattutto, coinvolga nell'iniziativa il territorio in cui si sviluppa. Potrebbe essere il "manifesto" del social business all'italiana, declinato in chiave impact investment. Nella realtà, è la sintesi dell'intervento di Bernardino Casadei, segretario di Assifero, svolto in occasione della presentazione del Rapporto 2011 della Fondazione comunitaria di Lodi Onlus. Le parole di Casadei sono estremamente significative visto che Assifero è l'Associazione italiana fondazioni ed enti di erogazione, organizzazione nata il 14 luglio 2003 per raggruppare le fondazioni private o di famiglia, le fondazioni d'impresa, quelle di comunità e gli altri enti erogativi. Insomma, un universo che, spesso oscurato dalle Fondazioni bancarie, è tuttavia un soggetto chiave nel sostegno dei progetti sociali del territorio.

Ebbene, oggi questo soggetto ha il coraggio di denunciare l'inadeguatezza del modello charity su cui per decenni si sono modulati gli interventi locali. E la lucidità per individuare un ribaltamento dei paradigmi, ponendo cioè al centro non più l'attività erogatoria, bensì la costituzione di un network di soggetti per cui la (wiki)erogazione sarà insieme strumento di lavoro, ma anche di co-partecipazione. Di seguito alcuni stralci, con l'invito alla lettura dell'intera relazione.

UN MODELLO DA CAMBIARE

Dopo che, per lungo tempo, si è pensato che la modalità più corretta per perseguire i propri fini fosse l'erogazione a progetti, ora i limiti di questo approccio appaiono sempre più evidenti. Da un lato la difficoltà di individuare iniziative veramente sostenibili, le quali saranno in grado di camminare sulle proprie gambe una volta esaurito il contributo della fondazione spinge molto a chiedersi se effettivamente il modo migliore per investire le proprie risorse sia effettivamente quello di individuare progetti innovativi. Dall'altro la replicabilità delle iniziative di successo appare sempre più problematica e quindi, anche questa strada non sta dando i benefici sperati.

CHARITY IN COMPETIZIONE

Nel contempo un'impostazione che mira ad individuare il progetto migliore favorisce l'emergere di una competizione, non sempre positiva fra gli enti non profit i quali rischiano di considerarsi sempre più spesso come potenziali concorrenti invece di partner. Si arriva così ad una situazione schizofrenica per cui, da un lato, si proclama la necessità di fare rete e ci si lamenta delle difficoltà che incontrano gli enti senza finalità di lucro a collaborare gli uni con gli altri, ma, dall'altro, si incentivano di fatto comportamenti che vanno nella direzione opposta.

OBIETTIVI STRUMENTALI

Gli enti erogatori devono da parte loro ammettere che i tentativi di promuoverle (le reti, ndr) attraverso gli incentivi economici si sono rivelati, nella maggior parte dei casi, poco efficaci. Tutti sappiamo che tali partnership vengono siglate solo con l'obiettivo di conseguire il contributo, ma che in realtà ognuno continua ad operare autonomamente, dato che gli accordi sono puramente strumentali e hanno quasi esclusivamente un carattere formale.

IL RUOLO DELLA FIDUCIA

Generare una relazione è in realtà un'operazione complessa e difficile in quanto essa dipende da quello che oggi è uno dei beni più scarsi nella nostra società: la fiducia. Creare fiducia implica tempo, ma anche accortezza e delicatezza. Si tratta di un investimento importante i cui benefici, per quanto reali, non sono però né prevedibili, né facilmente misurabili

UN IMPATTO COLLETTIVO

Una modalità per cercare di sfruttare al meglio questo potenzialità a favorire una strategia che permetta di perseguire un impatto collettivo che possa valorizzare le energie che i vari settori possono mettere a disposizione del bene comune può essere quella di partire da un problema concreto, rilevante, ma ben circoscrivibile e quindi riunire le realtà che sene occupano direttamente, promuovendo una serie di incontri che permettano di creare il gruppo, favorendo l'emergere di una conoscenza e di relazioni reciproche. Naturalmente è anche necessario porsi degli obiettivi specifici, quali potrebbe essere il dar vita ad una campagna comune di raccolta fondi.

PROMUOVERE WIKI-PROGETTI

Infine si tratta di offrire a tutti coloro che vivono ed operano in un determinato territorio un'opportunità concreta per diventare protagonisti nello sviluppo di quella comunità solidale sussidiaria da tutti invocata, ma per la realizzazione della quale non sono ancora stati trovati quegli strumenti concreti che ognuno di noi possa utilizzare nella propria vita quotidiana, nella consapevolezza che questo sforzo, non è solo importante per dare una risposta ai problemi sociali che ci affliggono, ma anche e soprattutto per illuminare l'esistenza di ciascuno di noi con relazioni che siano veramente umane perché non strumentali, per rafforzare la nostra identità dando un senso alla nostra vita e per sperimentare quelle emozioni autentiche e profonde di cui tutti noi abbiamo un così evidente bisogno.

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