Venerdì una delegazione di Amnesty International ha consegnato a Saverio Ruperto, sottosegretario al ministero dell'Interno con delega all'immigrazione, una richiesta ufficiale per chiedere la revoca degli accordi sottoscritti con la Libia in materia di immigrazione, accompagnata da 28.474 firme. Corriere immigrazione ha molte volte denunciato questi accordi sciagurati, stipulati dal governo Berlusconi e rinnovati dall'attuale ministro dell'Interno ad aprile, e oggi appoggia in toto l' iniziativa, chiedendo anche chiarezza su tutti gli accordi sul controllo dell'immigrazione negoziati finora dall'Italia.

Ruperto ha ricevuto la delegazione e dato segnali di disponibilità. E questo, come sottolineato da Giusy D'Alconzo, direttrice dell'Ufficio campagne e ricerca di Amnesty, rappresenta un segnale positivo. Ma le parole, per quanto tranquillizzanti, non bastano. «Bisogna vedere cosa farà in concreto il Governo nelle prossime settimane». L'Italia, in questo momento, si trova in una posizione molto delicata: dopo la condanna ricevuta per via dei respingimenti collettivi, è sotto osservazione da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa e ha tutto l'interesse a dimostrare di aver cambiato registro. D'altra parte, però, mantiene in vigore gli accordi con la Libia e non rende noti i dettagli, presenti e passati, di questa cooperazione.  A dicembre l'Europa dovrebbe pronunciarsi e un'azione di pressing, da parte della società civile, proprio in quesa fase, potrebbe fare la differenza.

Amnesty ha lanciato la raccolta firme a giugno, in coincidenza con la presentazione del rapporto SoS Europa , che si focalizza sull'impatto, sui diritti umani, delle politiche di esternalizzazione nel controllo delle frontiere, un documento che evidenzia il peso e la gravità delle azioni e delle omissioni italiane. La consegna al Viminale di una prima tranche di firme segna un passaggio, non la conclusione della campagna.

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