Il 27 ottobre a Roma il convegno Crowdfuture.
Nell'Italia che sembra finalmente essersi decisa a fare piccoli passi per regolare il crowdfunding, almeno stando al testo di presentazione del decreto "Crescita 2.0", c'è una realtà che, messi da parte prudenza e timori, pare brillare di luce propria.
Si chiama "Eppela", progetto di crowdfunding tricolore creato per condividere le idee in rete e raccogliere i fondi per realizzarle. Nata un anno e mezzo fa a Lucca per volontà di Nicola Lencioni, colpito dal trionfo di Kickstarter, piattaforma americana nata nel 2009, Eppela ha già messo a segno un primo successo. Si tratta di "Med in Italy", il progetto italiano di casa sostenibile che si è classificato terzo al Solar Decathlon Europe 2012, le Olimpiadi mondiali dell'architettura green. Ma i progetti innovativi in attesa di finanziamento sono tanti altri e di diversa natura. Alcuni esempi? Girare un film documentario o produrre un cd musicale, ma anche organizzare corsi di informatica per chi ne ha più bisogno.
L'idea di base è superare le strategie tradizionali di investimento, facilitando la raccolta di risorse monetarie dal pubblico generico. Eppela, insomma, è una vetrina per progetti culturali, artistici e creativi, basata sulle libere offerte e sulle ricompense. Per mantenersi, trattiene il 5 per cento sui progetti andati in porto. La sua community ha già raggiunto le 7mila persone e il sito conta picchi di 50mila contatti giornalieri.
Il procedimento per farsi finanziare un'idea è semplice. Si crea un progetto, si fissa il budget minimo e una data di scadenza. Sarà quindi il pubblico a decidere se vale la pena di portarlo avanti sostenendolo economicamente, oppure, più semplicemente, diffondendo l'idea e attirando possibili investitori. Se non raggiunge il traguardo nel tempo stabilito, il progetto viene semplicemente chiuso: nessuno perde o guadagna nulla. Eppela, per sua natura, non prevede la possibilità che i sostenitori diventino in qualche modo investitori. Questo perché i progetti richiedono finanziamenti per realizzare prodotti "chiusi" e non per avviare delle aziende o delle start up web.
Eppela sarà anche al Crowdfuture, il prossimo 27 ottobre a Roma, la prima convention italiana di crowdfunding, organizzata da Twintangibles di Glasgow e Nois3lab di Roma in collaborazione con l'università La Sapienza e The Hub Roma. Ci saranno esperti mondiali, speaker internazionali del settore economico, legale, social media research e marketing. Lo scopo? Secondo Daniela Castrataro di Twintangibles, «migliorare la comprensione di questo fenomeno tra imprenditori, start-up, investitori, pubblico e media». «Crowdfuture - continua Castrataro - offrirà un'esperienza pratica di progettazione di crowdfunding campaign mirate, tramite workshop di approfondimento. Il crowdfunding non è una miniera d'oro e non è un modo più semplice di altri di raccogliere fondi per il proprio progetto, solo un modo partecipativo, trasparente e, forse, sostenibile».
«Parteciperemo a Crowdfuture, ma speriamo che non si tratti solo di una riunione tra addetti ai lavori. Crowdfunding - commenta Chiara Spinelli, project manager di Eppela - è una parola, , come "start up", che va di moda in certi ambienti ma rischia di essere una patina di modernità depositata su mentalità vecchie. Non bisogna "vendere" il crowdfunding come una pentola d'oro o una bacchetta magica, o la delusione sarà grande e il disamore completo. E non potremo più recuperare».
Manuela Messina