Le diseguaglianze nel reddito sono arrivate al livello più alto a partire dalla Grande Depressione. Nel primo anno di ripresa dalla crisi economica, infatti, negli Stati Uniti il 93% degli aumenti del reddito è finito nelle tasche solo dell'1% della popolazione. Un divario che ha pesanti conseguenze non solo a livello sociale, ma anche a livello economico.
Lo afferma uno studio condotto da Jonathan D. Ostry e Andrew G. Berg, due economisti del Fondo monetario internazionale. Nei Paesi con profondi livelli di diseguaglianza, ha affermato Ostry, «la crescita diventa più fragile». Nella loro ricerca - riporta il New York Times - emerge il fatto che, tanto nei Paesi più ricchi quanto in quelli più poveri, tale fattore è correlato a periodi di espansione economica più brevi e, di conseguenza, a una minore espansione economica nel lungo periodo.
Una distribuzione iniqua della ricchezza sembra avere un impatto più pesante rispetto a molti altri elementi, compresi gli investimenti esteri, l'apertura commerciale, il tasso di cambio competitivo e la forza delle istituzioni politiche.