MARCHI PRESENTA INTERROGAZIONE: PERCHÉ IL DIETROFRONT.
Arriva una doccia gelata per le mutue in autogestione. I provvedimenti legislativi salva-Mag che questa estate erano considerati in dirittura d'arrivo, in seguito a una doppia presa di posizione da parte della Commissione Bilancio (prima) e della Commissione Finanze della Camera (poi), sono svaniti senza lasciare traccia. Almeno per ora. Ieri pomeriggio, infatti, l'onorevole Maino Marchi (Pd), tra i parlamentari che si erano fatti promotori delle ragioni delle mutue, ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Economia e delle finanze Vittorio Grilli per chiedere conto della mancata adozione di quanto "suggerito" dall'Aula in termini di tutela dei soggetti che operano nella finanza mutualistica e solidale. E per avere chiarezza su come il Governo «intenda operare per corrispondere normativamente al valore sociale del ruolo degli operatori di tale settore».
Lo stesso Marchi, in un'intervista a ET., aveva previsto che il Governo esaminasse entro il 19 settembre lo schema di decreto legislativo contenente ulteriori modifiche alle norme di attuazione della direttiva europea in materia di credito ai consumatori; nonché al Testo unico bancario in merito ai soggetti finanziari non necessariamente bancari. In sede di discussione, le Mag, evidenziando una capacità di muoversi all'unisono non sempre espressa in passato, erano riuscite a far presente le difficoltà che le variazioni legislative in atto avrebbero comportato. E, di conseguenza, a ottenere, da parte delle due Commissioni, un parere positivo sull'introduzione di una sezione separata all'interno dell'articolo 112 del Tub.
Lo scorso 19 settembre è stato in effetti emanato il D.legls n. 169, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 2 ottobre, contenente le modifiche attuattive della direttiva Ue e del Tub. Tuttavia, scrive Marchi, nel decreto «non si trova riscontro delle osservazioni della V e della VI Commissione Permanente della Camera dei deputati». Una situazione che rende delicata la situazione delle Mag. Le quali rischiano di essere tagliate fuori dal novero degli operatori riconosciuti dall'ordinamento. Per fare un esempio, con le introduzioni delle specifiche per alcuni soggetti, a cominciare dal microcredito (articolo 111 del Tub frutto della revisione del 2010), si è creata un'esclusione per quelli che restavano fuori da tale tipizzazione. Le Mag, appunto, erogano crediti a soggetti del territorio anche per importi assai superiori ai 25mila euro previsti in generale per il microcredito, e finanziano anche soggetti quali le associazioni (si pensi alle Ong) o società di capitale, realtà magari ad alto impatto sociale, ma che non rientrano tra quelli previsti dal legislatore tra i beneficiari del microcredito. Le ulteriori modifiche in atto rischiano di complicare la situazione.
Da qui l'interrogazione di Marchi che chiede «quali siano le motivazioni che hanno indotto il Governo e in particolare il Ministro dell'Economia e delle Finanze, a non tenere conto delle osservazioni formulate dalla V e dalla VI Commissione Permanente della Camera dei deputati, relativamente alla finanza mutualistica e solidale, e come intenda operare per corrispondere normativamente al valore sociale del ruolo degli operatori di tale settore».