Alessia DeRubeis

Proseguiamo con il dibattito fra Pier Giorgio Gosso, ex presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, e Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., sul Manifesto "Oltre la Crisi", lanciato dall'Associazione per proporre una riforma delle legge sulle adozioni internazionali e duramente criticato dal Dott. Gosso in un documento del 9 agosto 2012 inviato tramite l'Associazione ANFAA.

Ecco il dibattito sulla questione della idoneità degli adottanti che attualmente viene dichiarata in Italia dai Tribunali per i minorenni e che, secondo la proposta di Ai.Bi., dovrebbe essere dichiarata dai servizi sociali.

Piergiorgio Gosso: "La recente Risoluzione del Parlamento europeo sull'adozione internazionale emanata dal Parlamento europeo" (i.e. quella emanata il 19 gennaio 2011) pone l'accento sulla necessità che le pratiche adozionali si svolgano in presenza di garanzie processuali a protezione dell'interesse del minore: quale miglior garanzia si vorrebbe dunque prospettare, in contrapposizione a quella costituita da una pronuncia che viene emessa da un organo giudiziario specializzato (il Tribunale per i minorenni), che deve essere sorretta da adeguata motivazione parametrata sull'esito delle indagini compiute e che è soggetta al reclamo davanti ad altro organo giudiziario anch'esso specializzato (la Sezione minori della Corte d'appello)?"

Marco Griffini: "Al Dott. Gosso, che ritiene così essenziali le garanzie processuali fornite dai tribunali per i minorenni italiani a protezione dell'interesse del minore straniero da adottare, chiedo come mai proprio i tribunali per i minorenni hanno dovuto attendere la data dell'1 giugno 2010 per sentirsi dire dalla Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite che i decreti di idoneità contenenti indicazioni razziali sul minore da accogliere, e più in generale preferenze delle coppie sull'adottando, sono provvedimenti contrari alla legge e all'interesse del minore.Non erano forse quei tribunali dotati della competenza idonea a garantire l'interesse del minore? Non erano forse essi scelti proprio per valutare cosa fosse "legale" e cosa no nelle procedure di adozione? La risposta la lasciamo alle parole della stessa Suprema Corte nella sentenza n. 13332/2010 che ha dichiarato illegittimi i decreti di idoneità emanati dai Tribunali per i minorenni italiani secondo una prassi che è andata avanti indisturbata per oltre dieci anni. Nessuno, e tanto meno Ai.Bi. ha mai negato la necessità del mantenimento, nelle procedure adottive, di un livello di qualità e controllo, ma la tutela delle procedure - proprio nello schema della Convenzione de L'Aja del 1993 - è compito delle autorità centrali mentre i controlli puramente formali e inquisitori dei tribunali hanno il solo l'effetto collaterale di duplicare adempimenti e tempi procedurali e di allontanare moltissime persone disponibili ad adottare dal loro progetto di accoglienza."

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