«Quando presenteranno eventuali progetti li tratteremo come trattiamo quelli di chiunque altro ma certamente non sarà una nostra iniziativa». Poche parole per confermare la linea tenuta fin a qui e mettere subito in chiaro che non ci sono corsie preferenziali né tanto meno secondarie ma un identico percorso valido per tutti i cittadini e per tutte le associazioni. Comprese quelle islamiche. Il sindaco Stefano Bruni attacca con questa premessa prima di entrare nello specifico della questione della moschea di via Domenico Pino a due giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione della domanda di un condono edilizio che potrebbe rendere la struttura di Camerata idonea al culto. Una scadenza tanto imminente quanto ancora avvolta nella nebbia dell'incertezza: la richiesta è stata presentata oppure no? «È una questione tecnica di cui non sono a conoscenza perché di competenza degli uffici» dice Bruni. D'altronde sulla vicenda anche l'architetto portavoce della comunità Safwat El Sisi ieri ha glissato rilanciando piuttosto nuovi interrogativi e le richieste di sempre all'indirizzo di Palazzo Cernezzi. Il dubbio rimane ma, a questo punto, ha pure le ore contate. Al più tardi si conoscerà domani la scelta dell'associazione islamica che coltiva da tempo l'obiettivo primario di una nuova sede perché «la legge lo prevede». Safwat El Sisi chiede a questo proposito un incontro con il primo cittadino per chiarire la questione, illustrare le novità intervenute, ricercare margini di trattativa per un intervento comunale. Un faccia a faccia che ci sarà perché per il sindaco vale la medesima considerazione di prima: «Non nego mai confronti con i cittadini in generale e con l'associazione islamica in particolare ci sono già stati un paio di incontri». Anche il terzo arriverà ma ancora una volta è chiaro che se ne parlerà «dopo Natale». In attesa che scivolino via strenne e festività e che venga chiarito il nodo della sanatoria edilizia, rimane la richiesta di un partecipazione comunale a beneficio della nuova sede dell'associazione culturale islamica. «Fino a questo momento non abbiamo ricevuto progetti in proposito ma qualora dovessero arrivare verrebbero presi in considerazione come in qualunque altro caso» ribadisce il primo cittadino. Intanto sul tavolo rimane la mozione della Lega che chiede la chiusura della moschea di via Pino ricavata ormai otto anni fa nei locali lasciati liberi da un negozio di giocattoli. Sara Bartolini
La Provincia di Como, 9 dicembre 2004