Il prossimo venerdì 12 ottobre gli studenti saranno di nuovo in piazza, in tutte le città d'Italia, per difendere la scuola pubblica dall'ennesimo attacco: come se non bastassero i tagli imposti dalla cosiddetta ?spending review' si riaffaccia la famigerata ?proposta Aprea' che sancisce l'entrata dei privati nella scuola pubblica mortificando le rappresentanze studentesche e i processi partecipativi, imponendo dei modelli valutativi molto discutibili per scuole, insegnanti e studenti.
L'Arci sostiene questa mobilitazione, ne condivide le motivazioni ed esprime la propria preoccupazione per le conseguenze delle misure che il Governo vorrebbe adottare.
Riteniamo che la scuola del ventunesimo secolo non debba arretrare di un millimetro rispetto ai principi di universalismo e laicità, e alle sue funzioni di servizio pubblico e riduzione delle diseguaglianze sociali che ne hanno caratterizzato storia e identità negli ultimi decenni, ma debba semmai essere rafforzata nel suo ruolo di presidio democratico ed educativo per le giovani generazioni e per tutta la società italiana.
Oggi che i processi locali e globali mostrano una ineluttabile tendenza alla interdipendenza e complessità abbiamo bisogno di maggiori e più raffinati strumenti di conoscenza per poter interpretare la realtà che ci circonda e segnare un futuro di consapevolezza ed emancipazione per i giovani del nostro Paese.
Abbiamo bisogno un impianto legislativo che rafforzi il diritto allo studio, che garantisca l'accesso ai saperi per tutte e tutti, che sappia introdurre elementi di merito che non si traducano in competitività, che sancisca i livelli essenziali delle prestazioni.
Il cambiamento può e deve partire anche da qui.