Dal 2009 in poi Lo Spazio della Politica non manca all'appuntamento di veDrò che si tiene a fine agosto nella splendida cornice della Centrale di Fies in Trentino. VeDrò è una rete unica di manager, imprenditori, politici e funzionari italiani, ma non solo. Per LSDP è l'occasione di incontrare alcuni attori importanti del nostro paese, e confrontarsi con figure nuove nel panorama dell'innovazione in Italia. Quest'anno, come l'anno scorso, ognuno di noi ha seguito i lavori di un gruppo con il ruolo di working group manager. In particolare ci siamo occupati di vecchi e nuovi giornalismi, gastronomia, tv, sanità, filantropia e impresa sociale, energia, smart cities, infrastrutture, musica, cinema e talenti in fuga. Oggi cominciamo con una serie di interviste alle persone più interessanti che abbiamo incontrato e che si sono dimostrate disponibili a chiacchierare con noi.
Presidente di Progetto Manifattura, l'iniziativa della provincia di Trento per trasformare la storica manifattura Tabacchi in un centro per l'edilizia sostenibile, Gianluca Salvatori é, dal 2009, anche amministratore delegato di Euricse, l'Istituto Europeo di Ricerca sulle Cooperative e le Imprese Sociali. Dal 2003 al 2008 è stato Assessore provinciale alla ricerca, innovazione, internazionalizzazione e relazioni con l'Unione Europea della provincia di Trento e ha promosso l'Italian Green Building Council , il distretto tecnologico trentino "Habitech" , e accompagnato la creazione del Trento Center on Local Development dell'OCSE. E' stato un promotore attivo del Festival dell'Economia di Trento.
LSDP. Quali sono i tratti caratterizzanti e gli elementi innovativi di Progetto Manifattura?
Di parchi ed incubatori ne esistono molti, in Italia e all'estero. Qualcuno di successo, molti altri piuttosto mediocri. Il progetto di Rovereto nasce dalla constatazione che la priorità non consiste nel realizzare l'ennesimo spazio fisico dedicato all'innovazione, ma nel favorire lo sviluppo di un sistema di relazioni tra soggetti per i quali l'innovazione è un processo fuori portata, fornendo servizi specializzati ed opportunità di crescita con un forte livello di personalizzazione.
Un approccio generalista è largamente insufficiente. Incubatori e cluster specializzati sono le due facce della stessa medaglia. Per questo motivo la nostra scelta è caduta su un settore tradizionale, quello delle costruzioni edili, in cui i cambiamenti sono rallentati dalle dimensioni e dall'inerzia delle imprese. Il punto di partenza dal quale il progetto si è mosso è che nell'edilizia, malgrado la crisi, è in corso una rivoluzione spinta da tre fattori: 1) contenimento dei costi, 2) sostenibilità nelle fasi di edificazione e di gestione, 3) trasformazione delle richieste dei consumatori.
Nel nuovo modello di business il tema della sostenibilità sarà determinante, purché si combini con costi accessibili e con i nuovi stili di vita che avanzano. Gli esempi d'innovazione non mancano: tra i più recenti basti ricordare l'interesse di Ikea per il settore immobiliare, al quale la multinazionale svedese sta cercando di trasferire gli elementi che ne hanno consentito il successo come produttore di arredi.
Anche in Italia però abbiamo molti elementi che possono concorrere alla trasformazione di questo settore. In particolare, le nostre imprese possono trovare nel tema della riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, che spesso include edifici storici e di valore artistico, un terreno dove la concorrenza internazionale è limitata dalla necessità di attingere a saperi e competenze che nascono dal contesto specifico. Il limite, come spesso capita nel nostro paese, dipende però dall'eccessiva frammentazione e dalla episodicità degli interventi.
Progetto Manifattura affonda le radici dentro questa realtà, di un settore a bassa intensità di innovazione che tuttavia deve cambiare in fretta se vuole rispondere alle nuove esigenze del mercato. Più di cinque anni fa abbiamo cominciato a lavorare sulle condizioni "soft" per favorire questa transizione (standard di certificazione, progetti di ricerca, realizzazioni prototipali, modelli di formazione), creando un consorzio tra le 300 imprese locali più attive nelle aree dell'edilizia sostenibile, delle energie rinnovabili e nelle tecnologie per la gestione dell'ambiente.
Una volta consolidato il sistema di rapporti ed alleanze tra le aziende del settore - anche con progetti comuni di ricerca e innovazione - abbiamo compiuto il passo verso la creazione di una struttura fisica, avviando il recupero di una vecchia manifattura tabacchi ormai dismessa. Il sito (quasi dieci ettari e venti edifici industriali) è stato acquistato dalla Provincia di Trento e affidato in gestione ad una società pubblica che ha lo scopo di svilupparlo per farne la sede del progetto.
A regime ospiterà più di 100 imprese e 1200 addetti: in prevalenza start-up e piccole imprese innovative, che dall'insediamento in una struttura specializzata trarranno vantaggi in termini di accesso alle infrastrutture, visibilità, e opportunità di scambio e collaborazione con imprese complementari.
Ad oggi - dopo il primo anno di attività - sono già 20 le imprese insediate e circa 120 le persone che vi lavorano. Alle aziende è proposto un percorso che offre, spazi, servizi di consulenza, formazione, accesso al finanziamento. Il progetto è strettamente integrato con le attività del distretto tecnologico Habitech, che associa le imprese locali, e del Green Building Council Italia, sorto nel frattempo da questo stesso brodo di coltura, al quale aderiscono 600 imprese nazionali del settore.
Con questi numeri la creazione di una comunità di interessi imprenditoriali attorno al settore dell'edilizia "green" non è una aspirazione velleitaria ma una concreta realtà.
LSDP. Perché proprio in Trentino?
Il successo del Progetto Manifattura è condizionato direttamente dall'integrazione di una serie di fattori e di diverse leve d'intervento. La mobilitazione di energie imprenditoriali è l'elemento irrinunciabile, ma poi occorre un territorio su cui fare sperimentazione, un'amministrazione pubblica recettiva, un sistema formativo e della ricerca aperto.
Si pensi solo al tema degli standard tecnici: sin dall'inizio è parso chiaro che la collaborazione tra le imprese sarebbe stata accelerata dalla condivisione di una cultura tecnica avanzata. Questa si è tradotta nella scelta di un sistema comune di certificazione (LEED - Leadership in Energy and Environmental Design), al cui sviluppo le aziende hanno lavorato insieme all'università e ai centri di ricerca. Una volta messo a punto, l'amministrazione provinciale e gli enti locali ne hanno favorito la diffusione mediante l'adozione volontaria in tutti i progetti di interesse pubblico (tra gli altri numerose scuole, il nuovo museo progettato da Renzo Piano, il piano provinciale di housing sociale, un nuovo ospedale). A quel punto anche le politiche d'incentivazione per l'efficienza energetica, destinate ai cittadini, sono state ripensate in coerenza con il nuovo quadro, chiudendo il cerchio della collaborazione tra settore privato e pubblico.
Lavorare su scala territoriale, e nel contesto di una provincia in cui l'autonomia istituzionale velocizza i processi decisionali, è stato fondamentale.
Inoltre il Trentino evoca, per ragioni ambientali e storiche, una serie di valori che ne facilitano il riconoscimento come terreno favorevole allo sviluppo di imprese "green". E la reputazione di un territorio è un vantaggio non da poco, anche nella definizione delle strategie economiche.
LSDP. Abbiamo spesso parlato di FabLab, ad esempio qui. Tra industria e artigianato, i FabLab possono essere un mezzo per reinventare la manifattura italiana?
Nel settore dell'edilizia, apparentemente low-tech, lo spazio dell'innovazione spesso si colloca sul versante della sperimentazione hands-on di nuove soluzioni (nell'impiantistica, ad esempio, o nella innovazione dei materiali e dei singoli componenti del manufatto edilizio).
Qui si misura l'importanza di lavorare su piccole serie, al confine tra artigianato e industria, prototipando e adattando le soluzioni agli specifici contesti. Si pensi solo alla complessità di un intervento di deep retrofit energetico su un edificio tutelato, in cui il valore storico-artistico impone la progettazione di interventi altamente personalizzati.
Più in generale, la disponibilità di tecniche di produzione che uniscono la versatilità di un approccio digitale con le esigenze della creatività quasi-artigianale possono liberare nuove energie imprenditoriali, in un'area di mercato in cui gusti e stili del consumatore finale condizioneranno sempre di più l'offerta di prodotti non seriali.
Le possibilità aperte da un FabLab si sposano con l'idea di impresa specializzata che Progetto Manifattura considera il proprio interlocutore privilegiato. Per questo nel nostro "campus", che anche nel nome mantiene un riferimento costante alla importanza della manifattura, saranno presenti laboratori di fabbricazione a disposizione delle aziende.
L'intervista é a cura di Chiara Mazzone