La toscana presenta Resp. Med: due anni di studi in 6 paesi.
Sarà un tassello importante per capire l'equilibrio tra Csr e piccolo e media impresa. Realtà nella quale la responsabilità sociale pare ancora direttamente connessa con la volontà dell'imprenditore. Ma dove, accanto alle tendenze padronali, sembra emergere una consapevolezza della necessità di integrarsi col territorio. Nel quale, peraltro, sarà cruciale il ruolo di un ente di riferimento in grado di fare formazione e indicare il giusto modo per fare Csr. Il prossimo 8 novembre, a Lucca, nella Chiesa dei Servi (Piazza dei Servi), si terrà la conferenza conclusiva di presentazione dei risultati finali del progetto biennale (da giugno 2010 a giugno 2011) di cooperazione: "Promoting CSR and Competitiveness in the Mediterranean and beyond". Una iniziativa promossa (e finanziata) nell'ambito del Programma europeo Med 2007-2013, e nel quale la Regione Toscana ha coordinato nove partner tra istituzioni regionali, università, agenzie per lo sviluppo e camere di commercio, provenienti da sei Paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna, Cipro, Grecia, Portogallo e Francia).
Gli obiettivi del progetto Responsible Med erano articolati e complessi, in un generale quadro di esplorazione del legame tra corporate social responsability e competitività delle Pmi. Si è cercato di trovare indicazioni su come fare della responsabilità sociale una leva concorrenziale; sul ruolo degli enti pubblici nel promuovere la Csr; sul ruolo della cooperazione interregionale. Un nodo cruciale è stato individuare una metodologia di valutazione del legame Csr-competitività e di uno strumento online con il quale le Pmi possono valutare ex-ante ed ex-post gli effetti delle proprie strategie e pratiche di Csr.
Il tassello di partenza è stato un ampio monitoraggio dello stato dell'arte. Già a maggio 2011, per quanto riguarda la Toscana, era stato presentato un rapporto elaborato col supporto dell'Istituto di management Scuola superiore Sant'Anna. Nel documento sono elencate le particolarità del territorio toscano (menzionate anche le reti d'impresa promosse da Gucci), i diversi progetti avviati nella regione e l'attività istituzionale portata a vanti con Fabrica Ethica. Ma, soprattutto, c'è l'identikit delle imprese toscane e la Csr.
A Lucca saranno presentati i dati aggregati. Dalle prime anticipazioni emerge, appunto, come ancora, muovendosi nella sfera delle piccole e medie imprese, il motore principale per l'attivazione di politiche di Csr sia il proprietario o il presidente dell'azienda, e che comunque in quasi la metà dei casi la motivazione sia di origine interna. A fronte di questa autoreferenzialità, tuttavia, c'è una spiccata propensione relazionale, laddove tra le principali ragioni di una strategia Csr viene indicato il miglioramento con gli stakeholder esterni. Insomma, un quadro di buona volontà, ma ancora ancorato a paletti tradizionali. Per cui, secondo l'analisi, sarà necessaria, oltre a un'opera di formazione, anche una individuazione della forma più corretta di Csr da adottare, per poter sfruttare le potenzialità competitive individuata in questa strategia per le Pmi.