Uno sgombero in media ogni 39 giorni. Baracche e tende distrutte dalle ruspe. Famiglie costrette a vagare da un "campo" all'altro. E un Sindaco che dichiara: "i rom sono troppi".

Non siamo a Milano né a Roma. E la scena non è tratta dalle denunce di Amnesty, relative alle grandi città: quelle dove il Governo Berlusconi ha imposto lo "stato di emergenza per la presenza di nomadi".

Siamo a Pisa, piccolo capoluogo di provincia (ancora per poco: con la spending review la Torre Pendente finirà, pare, sotto la provincia di Livorno?). Qui, l'«emergenza» non è stata dichiarata da Berlusconi, ma dal Sindaco PD Filippeschi. Ma andiamo con ordine.

Una presenza storica

La presenza rom a Pisa ha una lunga storia. I più anziani ricordano le carovane di giostrai che, in pieno boom economico, campeggiavano al parco della "Cittadella". E al mercato di Piazza Vettovaglie tutti conoscono Zajiko, il rom bosniaco ex-partigiano, a Pisa da 40 anni, che vende pentole di rame da lui stesso fabbricate. In tempi recenti sono arrivati i profughi delle guerre jugoslave, poi i romeni?
Quella dei rom è, insomma, una presenza di lunga data. Gestita, fino agli Novanta, con il classico binomio: campi sosta e sgomberi.

C'era una volta il programma "Città Sottili"

Nel 2002, però, le cose cambiano, e Pisa diventa laboratorio di un esperimento unico in Italia. L'allora assessore Carlo Macaluso decide infatti di inserire i rom in case vere e proprie: la maggior parte in affitto, con un contributo del Comune per favorire il primo inserimento; altre negli alloggi popolari o in appartamenti pubblici.
Questo programma - chiamato "Città Sottili" - sembra funzionare: nel giro di poco 52 famiglie (285 persone) lasciano i campi ed entrano in casa. Certo, non mancano i problemi: molti rom non trovano lavoro, e faticano a pagare gli affitti. La Regione, che sostiene il programma, ipotizza possibili "aggiustamenti", magari per potenziare le azioni di inserimento lavorativo. La politica locale, però, sta prendendo altre strade.

Un nuovo sindaco?

Nel 2008, con le elezioni comunali, si insedia il nuovo sindaco Marco Filippeschi, del PD come il predecessore. Filippeschi imposta la campagna elettorale sulla "sicurezza", chiede più vigili urbani, partecipa alle assemblee nel quartiere Stazione, dove i commercianti invocano il "pugno duro contro gli extracomunitari".
Quella per gli immigrati è, per Filippeschi, una vera e propria ossessione. Alla fine del 2008, ad esempio, emana l'«ordinanza anti-borsone», che vieta di passeggiare con grosse borse, zaini o sacchetti troppo ingombranti. L'obiettivo sono gli ambulanti senegalesi, con le loro borse piene di merci. Un giornalista del Tirreno - la principale testata cittadina - se ne va in giro zaino in spalla, munito di CD e DVD "taroccati": nessuno gli fa la multa, forse per il colore bianco della pelle?

? e una nuova politica

Ma torniamo ai rom. Dopo un primo periodo di incertezza, Filippeschi imprime una svolta alla politica locale. Nel 2009 avvia i "rimpatri volontari": ai rom romeni viene proposto il rientro in Romania, in cambio di un modesto contributo in denaro (dai 500 ai 1.500 euro). Chi non accetta subisce ripetuti sgomberi ("ruspe o rimpatri", titolerà il quotidiano online Pisanotizie). Come dire: "volontari" per modo di dire?
Poi, nel Dicembre 2009 Filippeschi chiude il programma "Città Sottili": Pisa si allinea così alle politiche nazionali.

Ruspe?

Il resto è cronaca dell'oggi. Secondo l'associazione Africa Insieme, da Maggio 2009 a Dicembre 2011 - nell'arco di 32 mesi - sono stati effettuati 25 sgomberi: uno ogni 39 giorni. Spesso i rom hanno denunciato violenze e intimidazioni dalla Polizia Municipale.

Il caso più noto risale all'Ottobre 2010. A recarsi in un campo "abusivo" è il Comandante dei vigili in persona. Scende dalla macchina e insulta una donna rom: «andate dove cazzo volete, ma ve ne dovete andare». Poi, la minaccia più terribile: quella di levare i bambini alle loro mamme, attraverso la Procura dei minori. La donna, però, è più furba del Comandante: registra tutto col cellulare, e l'audio finisce sui giornali e sul web?

Il 25 Aprile scorso un gruppo di vigili si reca in un campo "abusivo": i rom vengono intimiditi, una signora anziana strattonata e insultata, e a un ragazzo viene rotto il cellulare. La pattuglia se ne va solo all'arrivo dei giornalisti di Pisanotizie, che il giorno dopo pubblicano una cronaca dettagliata dei fatti (mai smentita).
Infine, è di quest'Estate il caso della "Bigattiera", un campo creato dal Comune nel 2003 e dichiarato "abusivo" dalla Giunta Filippeschi: qui, il Comune taglia la luce e l'acqua, e sospende lo scuolabus per i bambini, per costringere gli abitanti ad andarsene.

? e veleni

La politica di Filippeschi si alimenta, infine, di scandali giudiziari. Come quello della "sposa bambina", che porta in carcere alcuni rom kosovari, accusati di aver rapito una minorenne e di averla costretta a sposarsi. La Giunta si appropria del caso, e provvede a sfrattare dalle loro case le "famiglie coinvolte" (non solo gli accusati, ma anche i familiari e i bambini?). Un modo per liberarsi di quel che resta di Città Sottili.

Solo oggi, a quasi due anni di distanza, dal processo stanno emergendo le contraddizioni dell'impianto accusatorio: e chi ha seguito il processo assicura che vi saranno sorprese?

Sordi alle novità

Intanto molte cose sono cambiate. L'«emergenza rom» - quella di Berlusconi - è stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato. Sotto la spinta dell'UE, è stata varata una "strategia nazionale per l'inclusione dei rom". In Toscana, il 21 Settembre, la Regione ha organizzato un convegno per sollecitare i Comuni ad elaborare strategie diverse dagli sgomberi.

Come reagisce la Giunta Filippeschi? La risposta si trova nei titoli dei quotidiani locali degli ultimi giorni: «Pisa, altri due sgomberi?».

Sergio Bontempelli

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