Ambiente.

Secondo le indiscrezioni raccolte ieri dal Sunday Times, Washington non è intenzionata a ridimensionare le cifre richieste come risarcimento per l'incidente della piattaforma di British Petroleum.

Un accordo tra il governo americano ed il colosso petrolifero British Petroleum sul disastro della piattaforma Deepwater Horizon sembra ancora lontano. Secondo quanto riportato ieri dal Sunday Times, i colloqui tra i rappresentanti dell'azienda e quelli dell'amministrazione di Washington hanno infatti subito una brusca frenata. A causarla, la fermezza degli Stati Uniti nel non retrocedere rispetto alla richiesta di un indennizzo di almeno 18 miliardi di dollari per i danni causati in seguito all'esplosione verificatasi nell'aprile del 2010, al largo delle coste del Golfo del Messico. Incidente che provocò la morte di 11 dipendenti ed il riversamento nel mare di almeno 5 miliardi di barili di greggio.

Proprio per via della volontà di non fare passi indietro dell'amministrazione Obama, riferisce il giornale inglese, un accordo potrà essere probabilmente raggiunto solo nel 2013. Il governo Usa chiede una cifra compresa tra 18 e 21 miliardi di dollari. Da parte sua, la compagnia britannica - che ha sempre negato ogni responsabilità rispetto a quello che è stato il peggior disastro ambientale offshore nella storia degli Stati Uniti - ha preferito non commentare la notizia.

Il Sunday Times ha tuttavia spiegato che il board di BP sarebbe diviso: una parte della dirigenza starebbe premendo per siglare un accordo, accettando le richieste americane.

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