Per sbloccare l'Italia cartoline choc a camere e banche.

L'Italia strappa applausi a Oslo, adesso dovrà convincere il proprio Parlamento sulla necessità di mantenere alta l'attenzione contro le cluster bombs. A tal fine, è stata avviata una iniziativa di sensibilizzazione a forte impatto emotivo, da parte delle organizzazioni che si battono contro questo tipo di munizioni, che coinvolgerà tutti i deputati e i senatori, ma anche presidenti e amministratori delegati delle banche coinvolte con l'industria produttrice di armi.

La spedizione nella capitale norvegese, sede della conferenza sulla Convenzione del 2008 per la messa al bando delle bombe a grappolo, è stata la prima da parte del governo di Roma come Stato parte dell'iniziativa. Questo, in seguito alla ratifica dell'adesione avvenuta con la legge numero 95 del luglio 2011 (divenuta effettiva il primo marzo di quest'anno). Ebbene, l'Italia ha affidato la partecipazione al sottosegretario al ministero degli Affari esteri Staffan de Mistura, il quale è un profondo conoscitore del problema, per essere stato inviato speciale per le Nazioni Unite in Iraq e Afghanistan, oltre che dirigente Onu a Roma al tempo della Campagna per la messa al bando delle mine, di cui è stato un grande e trasparente sostenitore. Il suo intervento (scarica documento) è stato ritenuto di alto profilo da chi ha seguito la conferenza.

In particolare, dopo aver ripercorso i passaggi dell'impegno italiano, de Mistura ha parlato di un programma di distruzione di munizioni i cui risultati sono già contenuti in un primo osservatorio «dove è possibile trovare dettagliate informazioni su tipo e quantità di bombe che l'Italia sta per distruggere. La ratifica della Convenzione - ha proseguito il diplomatico - prevede fondi appositi per le attività di distruzione e noi completeremo il nostro programma ben prima degli otto anni previsti dall'accordo di Oslo». De Mistura ha anche spiegato che, «come promesso a Beirut lo scorso anno, l'Italia manterrà un minimo stock di questo genere di munizioni presso le forze armate, ai fini di training e dunque di sicurezza per il nostro personale impegnato in aree critiche».

Il sottosegretario agli Esteri ha poi fatto un duplice passo avanti. In primo luogo, ha evidenziato come le cluster bombs «siano un tipo di arma spesso difficile da distinguere da altri tipi di arma con effetti simili», e dunque ha annunciato un impegno trasversale dell'Italia, che punta a integrare le differenti convenzioni anti-armi sottoscritte dal Governo. Quindi, ha toccato il tema più critico: «Nonostante la crisi finanziaria, restiamo convinti sostenitori ai programmi di assistenza delle zone colpite. E continueremo a sostenere i progetti di bonifica attraverso il Fondo per lo sminamento umanitario».

E qui viene il punto. La crisi finanziaria ha già portato a tagli pesanti del "Fondo per lo sminamento umanitario e la bonifica di aree con residuati bellici esplosivi". L'organizzazione Campagna italiana contro le mine (scarica la newsletter in fase di invio) spiega che «la dotazione odierna del Fondo viene stabilita su base annuale e per il 2012 è stata indicata in un impegno di 2.000.000 di euro a fronte dei 2.550.00 del 2011, con un taglio del 22% che si somma ad altri tagli (-75% in 3 anni ) sui capitoli di cooperazione, tra i quali è previsto anche il sostegno e l'assistenza alle vittime delle mine antipersona e delle munizioni a grappolo, ivi inclusi le attività di riabilitazione psicofisica e l'inserimento sociale ed economico, tramite programmi di cooperazione con Paesi in via di sviluppo».

Il problema, dunque, è vincere la partita nel Parlamento di Roma. Per questo, Campagna italiana contro le mine «invierà - dice il presidente dell'organizzazione Giuseppe Schiavello - una cartolina ai parlamentari, contenente un messaggio estremamente forte (scarica la cartolina). Questo per cercare di smuovere coscienze intorpidite». I destinatari saranno anche i vertici del mondo bancario. In ballo, infatti, c'è la proposta di legge presentata a inizio settembre (prima firmataria Federica Mogherini, deputata e Resp. Globalizzazione PD), con la quale si intende mettere fine alle ambiguità contenute nella legge 95. E cioè alle scappatoie che oggi consentono ancora al mondo del credito di finanziare l'industria produttrice di cluster bombs.

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