Nel Consiglio direttivo solo uomini, nessuno Stato ha proposto donne.

Marco Zatterin

Un affare da banchieri uomini, evidentemente. Nel consiglio direttivo della Bce non c'è neanche un esponente del "gentil sesso", sono tutti signori grigi e incravattati. L'ultimo candidato è ancora un "lui", Yves Mersch, banchiere centrale lussemburghese. Qualche giorno fa l'Europarlamento ha fatto saltare la sua audizione, passaggio necessario per la nomina che spetta ai governi, in segno di protesta per il fatto che non fosse una donna.  

Il presidente Martin Schulz ha scritto il 19 settembre a quello del Consiglio Herman Van Rompuy, il rappresentante delle ventisette capitali dell'Ue, per esprimere il suo risentimento per l'omogeneità di genere dell'Eurotower. Ieri il fiammingo gli ha risposto: "Il bilanciamento fra i sessi è una questione di grande importanza. In questa circostanza, nessuno stato ha proposto una donna. Attirerò l'attenzione del Consiglio, quando prenderanno la decisione sul seggio vacante della Bce, della opportunità di avere candidati femminili in futuro per questo e per simili posti". Non un gran che, come replica. Non convince certo Sylvie Goulard, eurodeputata francese liberale, economista che ha lavorato tra gli altri con Mario Monti. Dice che "la democrazia e le donne, evidentemente, possono attendere". Brutta storia. E la colpa, al solito, non è dell'Europa. Ma delle sue capitali. 

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