Pazzi
Come succede in molti altri Paesi del mondo, anche in Cambogia lavorare nella prostituzione é molto piú remunerativo che lavorare in qualsiasi altro campo.
Una persona che lavora in una tessitura, l'impiego piú diffuso tra le donne cambogiane, guadagna tra i 45 e gli 80 dollari al mese, mentre una lavoratrice del sesso né puó guadagnare (o, piú realisticamente, far guadagnare a qualcun'altro) anche 160.
La preoccupazione maggiore legata a questo lavoro, se cosí possiamo chiamarlo, é la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, e tra queste, in primis, l'AIDS. Le ultime stime, risalenti al 2009, vogliono che le persone (bambini e adulti di ambo i sessi) che hanno il virus dell'HIV o l'AIDS sono 90.000, di cui 35.000 donne, in aumento rispetto ai dati degli anni precedenti.
É invece in forte e costante diminuzione l'uso di mezzi di contraccezzione: nel 2011 ne sono stati venduti 17 milioni, contro i 27 del 2008. E cosí sono sempre di piú le donne che, spinte dal bisogno di maggiori entrate, desiderose di poter garantire condizioni di vita migliori ai propri famigliari e a sé stesse, o, come succede la maggior parte delle volte, ingannate e costrette da qualcun'altro, raggiungono Phnom Penh e le altre grosse cittá della Cambogia e iniziano a prostituirsi, senza alcuna precauzione, quasi sempre inconsapevoli dei rischi che corrono ad ogni uomo a cui vendono una parte di sé e della propria preziosissima salute.
Chiaramente non sono solo le madri che subiscono il male, ma lo stesso nucleo familiare che andrà a corrompersi. Un male che a volte può portare alla scomparsa del genitore, generando male nel male, il male dell'abbandono, oppure alla eventuale nascita di un minore malato, che avrà, in caso si verifichi l'infausto evento della scomparsa del genitore, ancora minori possibilità di trovare una nuova famiglia. Se ci fosse più consapevolezza tutti questi problemi potrebbero essere eliminati alla base?
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