Ma bisogna proprio aiutare l'Africa e gli africani? Personalmente sono convinto che l'Africa ha bisogno di giustizia. Spesso le politiche di aiuti hanno una doppia faccia, in realtà rendono i paesi che ne hanno bisogno dipendenti dalla generosità altrui. E spesso la generosità è un pretesto per avere un potere di influenza in quella regione o nella politica del paese ricevente. Così capita anche che la cooperazione finisca per essere la longa manus della politica estera dei paesi elargitori di aiuti?

Dubito che l'Africa e gli africani abbiano bisogno di questo tipo di aiuti. Ma allo stesso tempo ritengo che una forma di sostegno a volte sia necessaria. Penso per esempio a tutti quegli africani che operano per lo sviluppo del loro paese, dal punto di vista politico, sociale, sindacale o intellettuale. Quasi sempre questi personaggi sono invisibili, sconosciuti nei paesi che offrono il loro aiuto. Spesso sono addirittura in pericolo, hanno bisogno di visibilità per essere meno vulnerabili. Sono la cosiddetta "società civile" senza la quale anche la cooperazione non riuscirebbe a elargire in modo efficace i propri aiuti.

Eppure noi, con i nostri media enormemente più liberi, con la nostra cooperazione che può anche fare comunicazione non valorizziamo a sufficienza questi personaggi che per lo più restano nell'ombra e, proprio perché non conosciuti, restano molto più deboli e indifesi.

Qualche anno fa mi colpì un piccolo avvenimento. Mi trovavo in Angola, paese nel quale era ancora in corso una delle più cruente guerre civili del continente. Luanda, la capitale, era una città in ginocchio con una economia di guerra che rendeva i prezzi dei prodotti di prima necessità inarrivabili dalla gente comune. La popolazione praticamente viveva di aiuti internazionali. Una maestra mi confidò che alla domanda "Dove cresce il miglio?" i bambini della sua scuola rispondevano che cresceva al PAM, il programma alimentare mondiale, agenzia dell'ONU che portava gli aiuti alla popolazione.

In quella città cupa, affamata, carissima ad un certo punto una mattina mi svegliai con una nuova scritta sul muro di fronte alla casa nella quale dormivo: "Forca Angola Tudo Pasa", Forza Angola, tutto passa.

Incredibile! Qualcuno di notte aveva pensato che era il caso di dare coraggio ai propri concittadini. Si era procurato (probabilmente a costi astronomici) vernice e pennello ed era passato ai fatti. Ecco, è quella società civile che va aiutata, sostenuta, resa visibile, rafforzata.

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