di Monica Ricci Sargentini
Discriminazione
Cinque giorni di prigione e il rischio di una condanna a due anni per il regista teatrale inglese David Edwards Cecil (nella foto) che è stato arrestato a Kampala, in Uganda, il 13 settembre e poi rilasciato su cauzione il 17 con l'accusa di aver infranto la sezione 117 del Codice Penale del Paese che vieta ogni manifestazione pubblicata, come pure articoli, libri, film, documentari e rappresentazioni teatrali a favore dell'omosessualità. Cecil, infatti, ha violato la legge per avere portato in scena un dramma dal titolo The River and the Mountain. Per la sentenza si dovrà attendere, intanto il regista non potrà lasciare il Paese.
La pièce, scritta a quattro mani con Beau Hopkins da anni residente a Kampala, racconta delle difficili condizioni di vita di una lesbica che è vittima di discriminazione sessuale, di emarginazione e di persecuzione da parte della polizia. Nel cast anche Angela Emunwon. National Theatre, dopo aver concesso il permesso per l'allestimento, l'ha dovuto annullare per esplicito divieto delle autorità municipali. Gli autori allora hanno affittato sale in vari alberghi dell'Uganda e hanno portato in scena lo stesso la loro opera.
Dopo l'arresto, il regista è comparso subito dinanzi alla Corte dove l'accusa è stata ufficializzata: "Rappresentazione teatrale non autorizzata e incoraggiamento ad atti sessuali devianti". La libertà vigilata è arrivata solo grazie all'intervento dell'ambasciata britannica e alle proteste delle associazioni dei diritti umani che hanno subito condannato l'arresto. "Così si massacra la libertà di espressione garantita dalla costituzione" ha detto Clare Byarugaba, coordinatrice di un'associazione per la difesa degli omosessuali (Ugandan Civil Society Coalition on Human Rights and Constitutional Law). "Le accuse - ha aggiunto - sono infondate e non fanno altro che incoraggiare una campagna contro i gay da parte dello Stato ugandese". Il governo ha fatto sapere che se il lavoro sarà ancora messo in scena altre persone potrebbero essere perseguite.