ROMA - Casale Monferrato, Trieste, Porto Torres, Taranto, Sulcis, Gela? La mappa della morte da lavoro "infame" è intesa e coinvolge 6 milioni di italiani che vivono nelle aree ad alto rischio ambientale a causa di amianto, polveri, esalazioni e fumi da fabbrica. Uno studio condotto dal Cnr e dall'Istituto superiore di sanità "Sentieri", porta alla luce numeri agghiaccianti. Almeno 1.200 morti ogni anno rispetto alle medie nazionali.
Sono 44 i siti coinvolti dallo studio. Dove c'è amianto le morti in eccesso per tumore polmonare sono ben 380 e quelle per carcinoma pleurico sono il triplo della norma, 416. Ma il tumore al polmone miete vittime anche intorno a poli petrolchimici e raffinerie, ben 643 casi in eccesso.
Casale Monferrato, 85 mila abitanti. Associazione soprattutto tra l'esposizione all'amianto e l'aumento di mortalità, in particolari per tumori pleurici. In aumento anche i tumori polmonari negli uomini.
Trieste, Ferriera di Servola, 211 mila abitanti. Rischia di diventare per ammissione del ministro Corrado Clini, un'Ilva 2. Aumentano malattie acute dell'apparato respiratorio e tumori al colon-retto e polmonari negli uomini.
Area industriale di Porto Torres, 141 mila abitanti. Aumentata la mortalità per tumore ai polmoni, per le malattie dell'apparato respiratorio e malformazioni congenite. Tumori in aumento soprattutto per i lavoratori addetti alla produzione del cloruro di vinile.
Sulcis-Iglesiente, 263 mila abitanti. Morti in eccesso per malattie respiratorie e circolatorie. Più decessi anche per tumore ai polmoni e al colon retto negli uomini, mentre la maggiore mortalità per tumori alla pleura riguarda sia uomini che donne.
Taranto, 216 mila abitanti. Nel periodo 2003-2008 eccesso di mortalità tra il 10 e il 15%. In particolare un eccesso di decessi per malattie respiratorie del 50% negli uomini e del 40% nelle donne.
Gela, 72 mila abitanti. Eccesso di tumori polmonari, negli uomini anche del tumore allo stomaco e nelle donne anche del tumore al colon retto.