La strada del leader etico passa, anche, per la filosofia moderna. O meglio, per l'applicazione in chiave moderna dello studio del pensiero. E finisce per riservare sorprese, ossia per svelare che la gestione di un'organizzazione non richiede soggetti particolarmente esuberanti o affascinanti, quanto piuttosto il contrario. È nell'attitudine a prudenza e riflessione, quasi all'introversione, che può nascondersi un leader capace di valorizzare al meglio un gruppo. In questa quinta puntata della tesi di laurea "Il leader etico" di Paolo Mascherin, si tenta di di delineare il capo ideale, partendo dall'antitesi della "tecnica", ossia, appunto dalla filosofia. In particolare, attraverso la disciplina della "pratica filosofica". Lasciandosi alle spalle (o lasciando in controluce) le dottrine psicologiche, «la consulenza filosofica - scrive Mascherin - mira perciò a una applicazione pratica della filosofia per fare in modo che il pensiero e la ricchezza dell'individuo torni ad essere il centro della persona e non solo un contorno come l'età della tecnica ha voluto imporre». In quest'ottica, non si tratta di cambiare gli strumenti di gestione, ma di cambiarne magari l'ordine e la misura. O, semplicemente, di valorizzare chi adopera quegli strumenti. E qui si arriva a sorprendenti considerazioni sul prototipo di leader. Avevate sempre pensato che fosse l'individuo più brillante e spigliato, l'istrionico e rumoroso protagonista di serate in pizzeria come di riunioni di lavoro? Ebbene, no. «I leader che probabilmente nell'immediato futuro saranno alla guida delle società saranno dei "geni solitari e visionari". La loro caratteristica principale sarà quella di avere sostanza strumentale e morale anziché parole in un mondo che si rivela essere sempre più competitivo e veloce».Di seguito, l'articolo relativo al secondo stralcio di tesi pubblicato. Il quale, a sua volta, è scaricabile in pdf.Il leader etico - Introduzione e Parte prima http://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2012/07/1-PUNTATA-TESI.pdfIl leader etico - Parte seconda http://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2012/07/2-PUNTATA-TESI.pdfIl leader etico - Parte terza http://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2012/07/3-PUNTATA-TESI.pdfIl leader etico - Parte quarta http://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2012/09/4-PUNTATA-TESI.pdfIl leader etico - Parte quinta http://www.eticanews.it/wp-content/uploads/2012/09/5-PUNTATA-TESI.pdf La pratica filosofica al potereLa consulenza filosofica o counseling filosofico può essere definita come quella metodologia di intervento riflessivo che riguarda i problemi quotidiani delle persone. Una metodologia che, attraverso la riflessione sull'esistenza reale di ogni singolo individuo e utilizzando gli strumenti della filosofia, cerca di trovare alternative di pensiero rispetto a modelli di comportamento altrimenti standardizzati.Nelle organizzazioni economiche è stato possibile stabilire che ogni soggetto viene considerato e valutato esclusivamente per le competenze tecniche possedute. Questo ha portato nel tempo alla perdita di unicità e singolarità tipiche invece dell'essere umano. La pratica filosofica vuole rendere l'uomo per quello che deve essere, non come mezzo ma trasformandolo in fine. La filosofia, nata dal bisogno di orientarsi nel mondo, potrebbe diventare nuovamente e finalmente la regolamentazione tra etica e tecnica, un punto di equilibrio che insieme ordini e dia stabilità. In questo senso fornisce una base per riscrivere quali devono essere le caratteristiche di un leader in prospettiva etica.Parlare di filosofia ed etica come strumenti guida ai giorni nostri può sembrare grottesco, ma è indubbio che, in ogni momento della giornata, una persona si trova a dover compiere scelte che riguardano anche aspetti di carattere etico, aspetti di "senso" dell'agire che sono propriamente filosofici, anche se in realtà la persona non ne è consapevole.Nel tentativo di trovare riscontro nella realtà è stata analizzata, nello specifico, la società Illycaffè Spa. In base alle dichiarazioni dell'amministratore delegato Andrea Illy è possibile stabilire che quando ogni decisione aziendale è frutto di un approccio di lungo periodo è possibile permettere la sostenibilità del business e il mantenimento di valori etici. La realizzazione di una visione etica del lavoro in cui viene riconosciuto che un comportamento corretto e rispettoso nei confronti dei dipendenti, ma soprattutto una concreta attenzione a quelli che sono i valori umani in ambito aziendale, crea naturalmente una migliore qualità del lavoro.Già nel 2004 Valérie Brunel con un saggio dedicato alle pratiche del sé nelle organizzazioni aveva considerato che è possibile far fronte a un ambiente difficile, ad un lavoro che diventa sempre più complesso, semplicemente sviluppando il potenziale individuale. Ogni singolo soggetto diventa un elemento in grado di contribuire al lavoro con tutta la competenza tecnica acquisita, ma anche con tutto il potenziale emotivo. Si sviluppa una nuova forma di consapevolezza professionale che va oltre la posizione che un soggetto ricopre in ambito produttivo.Ora il futuro ha un nome: corporate social responsibility (Csr). Il Csr manager è la figura che gestisce la responsabilità d'impresa riguardo al suo impatto nella società. Se fino a pochi anni fa veniva ritenuta una punizione (professionalmente parlando), ora sta diventando sempre più importante ragionare in termini di responsabilità sociale d'impresa e questo forse più di ogni altra cosa permette di affermare che avere una mente aperta che non finisce mai di porsi alternative o domande, e che non ha paura di cambiare, diventa importante in contingenze economiche come quelle di questi ultimi tempi. Nascondersi esclusivamente dietro il "dannato" mercato non è più valido, esistono formule che consentono una corretta gestione etica ed economica del lavoro. Quello che manca, molte volte, è l'umiltà di guardare un po' più in là, per cambiare.Paolo Mascherin
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