L'Anffas denuncia "gli ultimi assurdi ed indiscriminati provvedimenti derivanti dalla cosiddetta spending review, stabiliti con buona pace dei diritti civili e umani delle persone con disabilità sanciti dalla Convenzione Onu e con la colpevole indifferenza del Governo". Il 27 settembre riunione straordinaria sul tema della crisi: "Sarà solo l'inizio di una battaglia"
ROMA - Consegnare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le chiavi dei propri centri: un gesto che le tutte le strutture associative Anffas hanno intenzione di compiere per contrastare "gli ultimi assurdi ed indiscriminati provvedimenti derivanti dalla cosiddetta spending review stabiliti con buona pace dei diritti civili e umani delle persone con disabilità sanciti dalla Convenzione Onu e con la colpevole indifferenza del Governo e delle forze politiche che lo sostengono". Lo annuncia l'Anfass in una nota. L'associazione il prossimo 27 settembre discuterà la "situazione di profonda crisi" in una riunione straordinaria convocata da Anffas Nazionale. Rispetto ai dati, l'Anfass sottolinea che i provvedimenti emanati dal Governo sotto la voce "spending review" prevedono, tra le altre cose, all'art. 15, comma 13, il taglio lineare, già a partire dal 7 luglio, del 5% sui budget dei contratti e servizi stipulati dalla Pubblica Amministrazione. "Numerose Aziende Sanitarie hanno ritenuto che tale taglio si applichi ipso facto alla generalità dei servizi, ivi compresi quelli gestiti dagli enti non profit, fra i quali rientrano i servizi Anffas -si legge ancora nella nota -. Questo si aggiunge ai pesantissimi tagli già effettuati negli ultimi anni da parte di regioni, province, comuni ed aziende sanitarie in conseguenza del progressivo azzeramento da parte dei Governi che si sono succeduti sia del Fondo Nazionale Politiche Sociali che del Fondo per la non autosufficienza".
"Questa situazione" afferma Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas Onlus "solo per i servizi Anffas, si traduce immediatamente nella messa a concreto rischio di oltre 5.000 posti di lavoro e nel gettare nella più buia e cupa disperazione oltre 30.000 persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e loro genitori e familiari nei centri gestiti in regime di accreditamento, convenzionamento, etc. in tutte le Regioni d'Italia e realizzati in 54 anni di vita di Anffas grazie all'impegno, alla dedizione e al volontariato di decine di migliaia di familiari che, spesso in totale assenza dello Stato, si sono fatti carico di realizzare strutture e servizi per garantire ai propri congiunti con disabilità un migliore qualità della vita". L'associazione esprime anche grande preoccupazione per i provvedimenti che si stanno delineando in relazione soprattutto ai Livelli essenziali di assistenza e Isee, con il concreto rischio di vedere da un lato "ulteriormente abbassati i livelli delle prestazioni e dall'altro di vedere aumentare la già insostenibile partecipazione alla spesa da parte delle famiglie, nonché arrivare addirittura a mettere fortemente in discussione anche le magre indennità di accompagnamento, spesso unica fonte di reddito che garantisce alle persone con disabilità un seppur minimo supporto economico a sostegno di una vita indipendente e di qualità". In generale, sono a rischio oltre 300.000 posti di lavoro che rappresentano la forza lavoro oggi impiegata nel suo complesso dagli enti non profit in Italia.
"Le nostre famiglie sono davvero stanche e hanno intenzione di continuare a lottare per i propri diritti - aggiunge Speziale - . La riunione del 27 settembre sarà solo l'inizio di una battaglia che dobbiamo e vogliamo portare avanti, con ogni mezzo a nostra disposizione, comprese azioni eclatanti".