Dopo venti anni di delusioni, scoraggiamenti e angosce, dovute ai continui fallimenti delle intese, le permanenti divisioni e contrapposizioni, gli scontri armati, la Somalia ritrova, oggi, con l'elezione di del presidente Hassan Sheikh Mohamud, una speranza.Non si tratta solo dell'inizio di una nuova fase dopo un'interminabile e frustrante transizione, con un'elezione vera e un risultato non scontato.
La grande novità, che rappresenta anche un forte segnale di speranza, sta nel fatto che la scelta del presidente, per la prima volta, è stata il frutto di una visione nuova, che intende girare pagina rispetto al passato e al dominio degli interessi personali e di clan e, sempre per la prima volta, è stata orientata su uno stimato esponente della società civile. Hassan Sheikh è una persona di cultura e di dialogo; ha anche dimostrato grandi capacità di ideare, organizzare e gestire attività formative e di sviluppo, anche nel difficile contesto somalo del decennio passato e di una Mogadiscio umiliata dai continui scontri.Abbiamo più volte visitato il SIMAD, Somali Institute for Management, Administration and Development, fondato nel 1999 e diretto da Hassan Sheikh che l'ha elevato recentemente ad università. La prima volta fu nell'ottobre 2005, dopo un incontro di Intersos, a Mogadiscio, con una ventina di rappresentanti della società civile somala, tra cui proprio
Hassan Sheikh, responsabile dell'Ong CRD, e la seconda nel febbraio 2007. Si tratta di un polo formativo modello, per giovani donne e uomini, per prepararli al futuro; dimostrazione della capacità di cogliere le opportunità e positività che anche nel caos somalo e dietro la facciata delle distruzioni sono sempre esistite.Nel 2011 ha capito la sua nuova missione, fondando il partito della pace e dello sviluppo, due parole che corrispondono alla sua persona e alle sue idee.
In quell'incontro del 2005 con i responsabili, donne e uomini, delle principali organizzazioni della società civile, è parso chiaro a tutti che la via d'uscita dalle difficoltà somale poteva essere solo quella di un forte impegno e di un riconoscimento interno e internazionale della società civile organizzata, già impegnata sui fronti dello sviluppo, l'educazione, la sanità, la formazione professionale, l'informazione, le attività produttive, la difesa dei diritti umani, la riconciliazione, il superamento delle divisioni tribali ecc.
Il successivo incontro del 2007 ha confermato questo impegno ed ha iniziato a dare concretezza all'idea di una conferenza internazionale della società civile somala, che si sarebbe poi tenuta a Roma dal 5 all'8 febbraio 2008, promossa da Intersos con le altre Ong operanti in Somalia e con il sostegno della cooperazione italiana. "Promuovere il dialogo e la pace in Somalia: formazione e rafforzamento della Società Civile somala" è stato il titolo dei quattro giorni di conferenza.
La società civile somala è cresciuta, ha resistito all'acuirsi delle divisioni e ora può riuscire a dare, maggiormente ed efficacemente, il proprio contributo alla pace in Somalia. Ha avuto anche molti martiri: persone, in particolare del mondo dell'informazione, che sono state uccise perché cercavano di comunicare la realtà, denunciando situazioni intollerabili e spingendo per il superamento delle divisioni. E' giusto ricordarli; e l'elezione di Hassan Sheikh dà ora loro merito.
Intersos augura al neo presidente di continuare ad esprimere, anche nel suo difficile mandato presidenziale, e di trasmettere alla Somalia, quella dimensione civile e religiosa che ha animato finora la sua vita, con i valori del confronto rispettoso e del riconoscimento reciproco, della giustizia sociale, delle pari opportunità, del bene comune, cercando di coinvolgere tutte le buone volontà nel nuovo processo di pacificazione e sviluppo della Somalia. Con un'attenzione particolare alla protezione dei civili, troppo spesso vittime innocenti dei conflitti, e all'apertura di occasioni di dialogo con tutte le parti in causa per mettere fine, definitivamente, alle sofferenze della popolazione e favorire il ritorno di tante capacità e professionalità che potrebbero fortemente contribuire a cambiare il paese.