Beirut/Roma 7 settembre 2012 - Il Libano ha accolto decine di migliaia di rifugiati in fuga dal conflitto in Siria negli ultimi mesi. Nel rapporto che MSF pubblica oggi, dal titolo "In fuga dalla violenza in Siria: i rifugiati siriani in Libano" l'organizzazione evidenzia che molti dei rifugiati vivono in condizioni di sovraffollamento, soffrono di ansia, temono per la loro salvezza e non possono avere accesso all'assistenza medica di cui hanno bisogno.

Il rapporto descrive le condizioni di vita e di salute di queste persone e denuncia i principali problemi che affrontano: accesso all'alloggio, cibo, acqua, sistemi igienico-sanitari, salute e sicurezza. Molti rifugiati si trovano in zone del Libano con scarse possibilità socio-economiche, aggiungendo ulteriore pressione su risorse e comunità già al limite. L'accesso alle cure mediche per i rifugiati sta diventando problematico, in particolare per quanto concerne gli ospedali e il trattamento delle malattie croniche.

La maggior parte dei 5.000 rifugiati incontrati da MSF (circa i tre quarti), sono fuggiti dalla Siria come conseguenza diretta del conflitto e il 40% ha perso membri della propria famiglia a causa delle violenze.  La maggior parte delle persone dice di non aver trovato la sicurezza che pensava di trovare. Il Libano è instabile a causa della crisi siriana, come mostrano le recenti tensioni e la violenza scoppiate a Tripoli, seconda città del paese. Fra i rifugiati predomina un senso di alienazione e di perdita di speranza: il 90% delle persone intervistate vede un futuro incerto e non sa se potrà tornare in Siria.

"I rifugiati sono stati messi a dura prova", dichiara Fabio Forgione, Capo Missione di MSF in Libano. "Quando arrivano, la maggior parte di loro combatte per affrontare le conseguenze della violenza diretta e delle perdite subite. E per affrontare poi la realtà e il fatto di non poter tornare a casa. Molti perdono ogni speranza".

Un numero crescente di siriani attraversa il confine e si rifugia in Libano, dove le condizioni per i rifugiati peggiorano. "Ci sono gravi problemi di sovraffollamento a Wadi Khaled nel nord del Libano e a Aarsal, nella Bejja Valley, mentre a Tripoli  i costi di affitto sono ben oltre quello che possono permettersi", conclude Fabio Forgione.

La maggior parte dei rifugiati siriani in Libano dipende dall'assistenza umanitaria, ma ciò ora è in pericolo. Fino ad ora, il supporto da parte delle comunità ospitanti, del governo e delle organizzazioni umanitarie ha scongiurato una grave crisi sanitaria. A livello individuale, all'interno della comunità libanese, sono stati fatti enormi sforzi per integrare e aiutare i rifugiati siriani, ma le difficoltà dal punto di vista finanziario ora hanno portato al limite ciò che possono fare. Secondo MSF, la prospettiva di un supporto in via di riduzione o senza la possibilità che sia programmato a lungo termine, metterebbe in serio pericolo l'assistenza sanitaria per i rifugiati. MSF chiede pertanto sostegno costante per i rifugiati presenti e anche per le comunità che li accolgono in Libano.

MSF è pronta ad assistere  tutte le vittime del conflitto e sta aumentando le attività in Siria e nei paesi vicini. Nonostante le difficoltà per accedere nel paese, MSF ha lavorato in Siria negli ultimi due mesi, cercando di fornire assistenza umanitaria alla popolazione colpita dal conflitto. Alla data del 15 agosto, MSF aveva visitato 300 pazienti nella propria struttura e compiuto 150 operazioni chirurgiche.

In Giordania, Libano e Iraq, paesi confinanti con la Siria, MSF fornisce assistenza medica ai rifugiati palestinesi, siriani e iracheni. In Libano, MSF ha pronti materiali medici di emergenza e kit di soccorso per 10.000 persone, in caso la situazione in Siria peggiori e provochi un massiccio afflusso di rifugiati.

Il rapporto "In fuga dalla violenza in Siria: i rifugiati siriani in Libano" è disponibile on line (in inglese):
www.medicisenzafrontiere.it/immagini/file/pubblicazioni/msf_lebanonreport_20120907.pdf

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it

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