NAPOLI. L'appuntamento con la Good Food March è alla Casina Pompeiana della Villa Comunale a Napoli domenica 16 settembre dalle 10 alle 14. Questa originale iniziativa con destinazione Bruxelles sta attraversando l'Europa per chiedere una Politica Agricola Comune (PAC) più equa e sostenibile. E proprio nella capitale europea il 19 settembre le richieste raccolte lungo il percorso saranno esposte al Parlamento Europeo in una conferenza organizzata da Slow Food e ARC2020, sotto l'Alto Patronato del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Partecipano, oltre al presidente Schulz, Dacian Ciolos, Commissario Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale e Carlo Petrini, presidente di Slow Food, nonché rappresentanti di altre importanti organizzazioni della società civile europea.
A Bruxelles si discute il destino della nostra alimentazione e dei nostri agricoltori, e per la prima volta la riforma dell'agricoltura europea sarà decisa congiuntamente dal Parlamento Europeo e dai governi nazionali. La PAC rappresenta il capitolo principale di spesa del bilancio comunitario: il 43% circa delle risorse complessive, pari a 55 miliardi di euro l'anno. A 55 anni dal Trattato di Roma, la PAC continua a essere la sola politica integrata europea.
"Le scelte politiche del passato si sono spesso rivelate errate, essendo state adottate considerando esclusivamente le nuove regole internazionali e i prezzi mondiali invece di preoccuparsi della tutela degli agricoltori. Il risultato? Non ottimo, direi" commenta Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia.
"Oggi sono solo 11 milioni le persone impiegate in agricoltura, ossia meno del 5% della popolazione europea; l'80% dei contributi europei è destinato al 20% degli agricoltori, e abbiamo perso in maniera irrecuperabile circa il 70% della biodiversità. La salute dei cittadini europei peggiora a causa del sistema alimentare, con situazioni contrastanti tra loro. Si stima siano 250 milioni, ovvero il 50% della popolazione, le persone in sovrappeso, mentre 42 milioni vivono in condizioni di forte deprivazione. E poi lo spreco: gettiamo 90 milioni di tonnellate di cibo l'anno, cioè 180 kg a testa. È quindi imperativo che la PAC cambi, se vogliamo risollevare le sorti del nostro pianeta".
Per affrontare queste e altre problematiche, Slow Food Rete Giovane organizza a Napoli una tavola rotonda in cui giovani contadini, chef, artigiani e studenti portano le loro richieste per una nuova PAC, e a cui partecipano Carlo Bogliotti, consigliere nazionale di Slow Food Italia, Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e Antonio Paparo, presidente di AIAB Campania.
"Sempre più giovani oggi comprendono come la vera inesauribile ricchezza dei nostri territori sia nelle risorse naturali e culturali" aggiunge Tommaso Mattei, responsabile della Rete Giovane. "L'artigianato, il turismo rurale ed enogastronomico, l'agricoltura e l'intera filiera agroalimentare possono essere i prossimi settori all'avanguardia, dove creatività e innovazione richiedono ampio spazio, non solo nelle tecniche colturali, ma anche nella comunicazione, nello sviluppo di sinergie e reti, e nella progettazione di nuove forme di incontro e partecipazione collettiva. Vogliamo che la prossima PAC elimini le strutture e le condizioni che favoriscono le produzioni agroalimentari industriali a discapito di quelle artigianali e disegni un futuro agricolo i cui protagonisti siano le persone e non le macchine, la diversità invece dell'omologazione, dove le nuove generazioni possano costruirsi una vita dignitosa e tranquilla sul proprio territorio, contribuendo al benessere della collettività e alla salute dei beni comuni".
Temi principali della giornata partenopea sono la Resistenza Contadina e la riduzione degli sprechi. Il Gruppo Educazione di Slow Food Campania organizza alcuni Laboratori sullo spreco alimentare destinando i beni alimentari utilizzati e non più commercializzabili, ma ancora atti al consumo, a enti con finalità benefiche. A testimonianza della lotta di Resistenza Contadina, poi, un'esposizione fotografica mostra il progetto L'Orto di Capodimonte che racconta un'agricoltura buona, pulita e giusta al pubblico di una grande città, con testimonianze dirette dei contadini impegnati nei progetti dei Presìdi Slow Food. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, la Soprintendenza BAPSAE per Napoli e Provincia, la Direzione del Real Bosco di Capodimonte e con la partecipazione di Fabbrica delle Arti e Lande srl.