Tagli agli aiuti umanitari, concentrazione dei finanziamenti nelle mani di pochi beneficiari a scapito di emergenze dimenticate e peggioramento sostanziale della soddisfazione del fabbisogno umanitario. Un nuovo rapporto fa il punto sulla situazione degli aiuti umanitari, che sembrano seguire le tendenze della crisi economica attuale.

di Sara Garnero

Il Global Humanitarian Assistance (GHA), organizzazione composta da ricercatori e analisti, ha pubblicato a fine luglio un rapporto sulla situazione della risposta umanitaria internazionale in termini finanziari. Un'analisi sulla tempestività e la proporzionalità degli investimenti, che mette in luce la complessità della macchina degli aiuti umanitari, fatta di plurimi donatori e destinatari, scelta di programmi di attuazione e canali di consegna differenti, in balia delle emergenze.

Nel 2010 le grandi catastrofi naturali a Haiti e in Pakistan hanno avuto un forte impatto sulla risposta umanitaria «spingendo al rialzo la spesa complessiva internazionale del 23% rispetto all'anno precedente e spostando storiche concentrazioni geografiche di spese umanitarie», che se da un lato hanno aggravato il deficit dei finanziamenti, dall'altro hanno lasciato insoddisfatti i paesi abituati a beneficiarne.

Il "Gha report 2012" ha registrato un calo dei finanziamenti umanitari internazionali del 9% nel 2011, con 17,1 miliardi di dollari stanziati contro 18,8 miliardi del 2010.

Nello specifico, si è riscontrato un aumento delle donazioni private, cresciute nel 2010 del 70% rispetto al 2009, a differenza di quelle governative, che hanno ridotto gli aiuti allo sviluppo in seguito alla crisi economica, eccezione fatta per il 2010. Nel periodo 2008-2010 alcuni paesi hanno aumentato la loro spesa umanitaria, per un ammontare collettivo di 1,2 miliardi di dollari, come ad esempio Stati Uniti, Canada, Giappone, Svezia, Germania, Turchia, Francia. Allo stesso tempo però, molti altri hanno ridotto la loro spesa: è il caso di Arabia Saudita, Unione europea, Paesi Bassi, Italia, Kuwait, Spagna, Austria.

Per quanto riguarda i destinatari degli aiuti, il report segnala la tendenza dal 2001 a creare dei "turni" e delle concentrazioni nelle distribuzioni dei finanziamenti internazionali. Nel 2010, quasi la metà del totale degli aiuti si è concentrata tra i primi tre beneficiari, con Haiti che ne riceveva il 25% e il Pakistan il 17%. Quindi, «nonostante l'aumento dei finanziamenti registrato per il 2010, la concentrazione degli aiuti ha creato dei paesi "perdenti", che a causa della maggiore visibilità delle aree colpite da nuove emergenze si sono visti diminuire il flusso di denaro, nella maggior parte dei casi senza un miglioramento della loro situazione umanitaria».

Tra i 15 paesi con le maggiori riduzioni dei finanziamenti umanitari infatti, solo 1/3 ha visto un effettivo miglioramento della situazione umanitaria, tale da giustificare la diminuzione degli aiuti, mentre la maggior parte ha riscontrato gravi difficoltà di reperimento fondi, nonostante la loro situazione non abbia avuto particolari variazioni. Casi eclatanti sono Nepal e Ciad, dove la risposta degli aiuti internazionali alle esigenze di finanziamento ha conosciuto un calo di oltre il 30% nel 2009 e 2010.

Nonostante il bilancio delle Nazioni Unite abbia registrato un calo delle persone necessitanti assistenza umanitaria nel 2011 e 2012, gli appelli di aiuto rimasti insoddisfatti hanno raggiunto livelli mai visti dal oltre un decennio. Anche gli appelli consolidati, che rappresentano criticità croniche o crisi umanitarie prevedibili, hanno visto una riduzione dell'11% nella soddisfazione del loro fabbisogno nel 2010, con pochi miglioramenti per l'anno successivo.

L'organizzazione commenta l'analisi riconoscendo agli aiuti «un ruolo importante nella creazione di una crescita globale - crescita che ha il potenziale di ridurre la povertà». Essi sono una risorsa fondamentale ma non sufficiente contro la vulnerabilità, per la quale è necessario che più fondi e misure siano investite nella costruzione delle capacità di resilienza a shock e catastrofi, se si vuole concorrere al raggiungimento degli Obiettivi del millennio.

Scarica il rapporto http://www.globalhumanitarianassistance.org/wp-content/uploads/2012/07/GHAExecutiveSummary2012Websingle.pdf

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