Ma niente tasse sulle bibite e norme sulle slot.
Tolte anche le norme sulla non autosufficienza. Rimangono quelle sulle cure primarie. Le regioni pronte a dare battaglia.
Il "decretone sanità" approda, come previsto, in Consiglio dei ministri mercoledì. Ma il testo è stato asciugato e svuotato di diverse norme, tra cui quella sulla non autosufficienza, la tassa sulle bibite e la distanza delle slot machine dalle scuole. Rimangono, invece, con delle modifiche, quelle su cure primarie, governo clinico, responsabilità professionale e intramoenia (la possibilità per i medici del servizio sanitario nazionale di svolgere la propria attività professionale all'interno delle strutture sanitarie pubbliche).
ULTERIORI MODIFICHE - Una bozza che non è piaciuta affatto alle Regioni, che chiedono più tempo. E i tecnici del ministero continuano nelle ultime ore disponibili nel lavoro di ulteriore limatura, con l'obiettivo di salvaguardare l'impianto. Il testo presentato alla Conferenza delle Regioni ha subito una cura dimagrante, passando da 27 a 18 articoli. Potrebbe però essere ulteriormente rimaneggiato prima del Cdm di mercoledì, che potrebbe dare il via libera salvo intese (ovvero su un testo suscettibile di modifiche), oppure stralciare alcune parti del provvedimento.
DISTANZA DELLE SLOT - Confermate, ma modificate, le norme su cure primarie, intramoenia, responsabilità professionale, nomine manager e primari, governo clinico e farmaci. Sparite le norme sul piano nazionale per la non autosufficienza e la tassa sulle bibite gassate. Spariscono i limiti di distanza delle slot machine dalle scuole e ospedali, ma vengono introdotti limiti molto rigidi sulla pubblicità. Rimangono invece le sanzioni per chi vende tabacchi ai minorenni. Per l'attività sportiva, non agonistica e amatoriale, rimane l'obbligo di certificazione medica «idonea» (manca la specifica se deve essere redatta da un medico di famiglia o da uno specialista) e viene introdotto l'obbligo per le società sportive, professionistiche e dilettantistiche, di dotarsi di defibrillatori automatici. Modifiche sono state apportate anche alla norma sulla revisione del prontuario farmaceutico nazionale ed è stata abrogata invece quella sulla distanza di prossimità per l'apertura delle nuove farmacie.
Resta l'aggiornamento dei lea (i livelli essenziali di assistenza) per malattie croniche, rare e ludopatie. «Sono stati accolti parte dei nostri emendamenti, ma serve ulteriore tempo, serve soprattutto un confronto per arrivare al nuovo patto triennale per la salute», spiega l'assessore veneto alla Sanità Luca Coletto. Inoltre, secondo la Conferenza delle Regioni, non ci sarebbero in quest'ultima bozza «gli elementi di decretazione d'urgenza». Ogni possibile aggravio che peserà sulle regioni dovrà avere la certezza della copertura finanziaria richiesta dalle stesse.
IL RICORSO DELLE REGIONI - Le regioni, spiega l'assessore lombardo Luciano Bresciani, hanno ripresentato in un documento a parte gli emendamenti non recepiti e per loro «irrinunciabili», su cui sarebbero disposte a fare ricorso. Il documento è stato dato a Errani per farlo avere al ministro Balduzzi. A chiedere un rinvio è anche la Fp-Cgil, «a fronte di una proposta ministeriale fumosa sull'assistenza della medicina generale h24, una sanatoria della libera professione del medico pubblico nello studio privato, e le richieste delle Regioni anch'esse confuse ed evanescenti». Più tranquilli i medici di base della Fimmg, secondo cui «il decreto è cambiato nella forma ma poco nella sostanza, e gli elementi pericolosi introdotti dalle regioni non sono stati accolti. Il lavoro parlamentare potrà perfezionare il decreto».
Redazione Online