A.S.

Non bastasse il "credit crunch", cioè la drastica riduzione del credito offerto dalle banche alle aziende (ma anche alle famiglie), in Inghilterra le imprese manifatturiere hanno chiesto al governo azioni più incisive contro il  "material crunch", cioè contro la ristretta disponibilità di materie prime. L'EFF, organizzazione manifatturiera d'oltremanica, ha intervistato i dirigenti delle principali aziende  inglesi chiedendo loro quali fosse la minaccia più seria per la crescita: il ridotto accesso ai finanziamenti? La crisi dell'eurozona? A sorpresa l'80% degli intervistati ha indicato  l'accesso alle materie prime come il fattore di rischio più grande.

Gli stessi manager hanno ammesso che il costo di molte commodities si è recentemente stabilizzato ed in alcuni casi (rari) è diminuito in relazione al crollo dei consumi, ma il loro incubo è quanto potrà durare questa tregua se ripartono gli impulsi di crescita delle economie emergenti, innescando nuovamente una pericolosa volatilità.

Per questo il "Resource Security Action Plan" recentemente varato dal governo come strumento di pianificazione delle risorse, non è ritenuto sufficiente da gruppi di imprese dell'UK (tra queste Aerospace;  Defence and Security Association;  Friends of the Earth; The Confederation of Paper Industries;  The British Plastics Federation;  The Packaging Federation;  British Glass;  The Institute of Environmental Management and Assessment;  The Resource Association;  UK Steel;  The Metal Packaging Manufacturers Association; The North East Sustainable Resource Board and the University of Cambridge's Professor Steve Evans  - Institute of Manufacturing - ).

Tutti loro hanno chiesto al governo britannico un piano più coraggioso, più ampio e più focalizzato sull'uso efficiente delle risorse:  non solo per la miglior gestione degli impatti ambientali che un sistema industriale dissipativo genera ma, oltre alla primaria centralità dell'ambiente, perché strutturale per la crescita economica.

Insomma, se oggi si cercano strumenti per uscire dalla crisi congiunturale in cui siamo precipitati, anche per gli inglesi una strada è legata all'ecosostenibilità.

Due i punti cardine ritenuti centrali da EFF: rivedere ed innalzare gli obiettivi quali-quantitativi di riciclaggio dei materiali ottenuti dalla selezione dei rifiuti (attuando politiche che diano più sbocchi all'utilizzo di materie prime seconde) e contestualmente limitare le tipologie dei materiali che possono essere inviati a recupero energetico (termovalorizzatori) o addirittura in discarica.

Come già indicato da stati membri precursori quali la Germania e poi dalla Commissione UE nelle sue raccomandazioni sul miglior uso delle "miniere urbane", secondo l'EFF anche nel Regno Unito la strada della crescita deve passare attraverso gli attori coinvolti nella catena di approvvigionamento delle materie prime (innalzando l'utilizzo di materie sostitutive) investendo di responsabilità  per le scelte da fare  a breve/medio periodo anche  i politici, i progettisti, i produttori, i distributori ed infine i consumatori finali.

Questo è solo l'inizio, secondo l' EFF, di un nuovo modo di ri-pensare l'approvvigionamento delle risorse, sviluppando queste idee fino al concetto di "economia circolare" che superi definitivamente l'attuale economia lineare (basata sull'obsolescenza programmata di beni e prodotti).

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