"Movimenti" Fino al 9 settembre in corso il festival contro la militarizzazione
I "No Dal Molin" manifestano contro l'allargamento di "Site Pluto", una base sotterranea sui Colli Berici, a pochi chilometri dalla città veneta, che il governo Usa vorrebbe ora trasformare in un centro di addestramento. Gli amministratori locali indirizzano una lettera al presidente della Repubblica, chiedendo "trasparenza".
di Chiara Spadaro
Portavano pentole, coperchi e mestoli gli attivisti No Dal Molin che ieri mattina, domenica 2 settembre 2012, si sono dati appuntamento davanti ai cancelli di "Site Pluto", a Longare (Vi), per dare vita a una rumorosa manifestazione di protesta contro l'allargamento della base militare. È il "popolo delle pentole" -com'era stato chiamato all'inizio della sua storia il movimento nato contro la costruzione della nuova base Usa nell'area dell'ex aeroporto Dal Molin- che torna così a protestare contro le numerose installazioni militari presenti nel vicentino.
"Site Pluto", infatti, è una base sotterranea costruita nel 1954 sfruttando le grotte del sottosuolo berico, già usata come deposito di munizioni speciali, e che ora dovrebbe essere allargata con un investimento di 26,2 milioni di di dollari (21 milioni di euro) da parte del governo degli Stati Uniti d'America. Verrà realizzato un centro per l'addestramento delle forze armate statunitensi nel cuore del Colli Berici. Una nuova struttura di 4.250 metri quadri (secondo quanto riportato dal Giornale di Vicenza), alta 7 metri, con 350 metri di muri in cemento armato di 6 metri e una copertura in acciaio e pannelli fotovoltaici (perché anche questa base -come le numerose altre presenti sul territorio vicentino- avrà un'anima green), che ospiterà stanze e sale per l'addestramento di 300 soldati al giorno. Il tutto in un'area Sic: i Colli Berici, infatti, per la loro importanza naturalistica sono stati dichiarati "Sito di importanza comunitaria", una zona naturale protetta dalla direttiva comunitaria Habitat, la 92/43/CEE (per saperne di più: www.lifecolliberici.vicenzanatura.org).
La notizia del progetto di ampliamento della Pluto è arrivata proprio all'inizio della sesta edizione del festival No Dal Molin per i beni comuni (fino al 9 settembre a park Farini, www.nodalmolin.it), organizzato ogni anno a Vicenza dal movimento che, di fronte al progetto di "un nuovo campo di battaglia nel cuore dei Colli Berici" ha deciso di organizzare la protesta.
Mentre un centinaio di attivisti protestava davanti all'ingresso della Pluto, altri raggiungevano dall'alto e tagliavano le reti della base Usa "per dimostrare che quell'area non è inviolabile e rivendicare l'immediata apertura di quel territorio alla comunità locale". "Vicenza non è una colonia Usa -insistono gli attivisti-, e la notizia dell'allargamento di Site Pluto ci fa tornare in piazza per manifestare il nostro dissenso alla presenza delle servitù militari nel nostro territorio".
Le amministrazioni locali -il sindaco di Vicenza, Achille Variati, quello di Longare, Gaetano Fontana, e il commissario della Provincia, Attilio Schneck-, pur essendosi schierate contro la realizzazione del nuovo polo militare statunitense, hanno preso le distanze dall'azione di protesta del movimento.
"Il sindaco ha denunciato la mancanza di informazioni e di trasparenza da parte tanto del Governo italiano quanto del comando militare Usa -si legge nel comunicato diffuso ieri dal Comune di Vicenza-. Tuttavia, la battaglia che il Comune di Vicenza intende fare, coinvolgendo il più ampio ventaglio di istituzioni, associazioni, forze politiche e gruppi di cittadini attivi, sarà una battaglia di rispetto per le autonomie locali, difesa del territorio e diritto all'informazione per i cittadini: ma verrà combattuta solo ed esclusivamente con le armi della legalità".
E lunedì 3 settembre i tre rappresentanti del governo locale hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per chiedere il suo intervento affinché le amministrazioni locali siano "informate puntualmente e coinvolte attivamente" nella vicenda. Se è vero, infatti, che il nuovo progetto su "Site Pluto" interessa un'area di demanio militare, e quindi la cui giurisdizione spetta al Governo, la "competenza urbanistica" resta in mano al governo locale.
Nella lettera, gli amministratori esprimono preoccupazione per "l'intenzione di realizzare un centro di addestramento militare all'interno dell'installazione, fino a poco tempo fa considerata in fase di dismissione", notizia che -come tutti i cittadini- hanno "appreso solo dalla stampa e non da documenti ufficiali". "La nascita e la gestione di questo progetto sono contraddistinte dalla mancanza di trasparenza e dal non riconoscimento del ruolo delle istituzioni locali" scrivono Variati, Fontana e Schneck, ricordando quanto è già accaduto per la base militare americana nell'area dell'ex aeroporto Dal Molin di Vicenza.