L'appello che il nunzio apostolico in Kazakhstan, monsignor Miguel Maury Buendia, ha rivolto ai Capi di Stato e di governo di tutto il mondo.
A conclusione della Conferenza internazionale contro le armi nucleari che si è svolta nei giorni scorsi in Kazakhistan, gli oltre 174 partecipanti - tra cui il Nunzio apostolico - ed esponenti di 150 parlamenti del mondo hanno chiesto la ratifica dei Trattati per il disarmo, a cominciare dall'eliminazione di qualsiasi tipo di test nucleare.
«Penso che il Kazakhstan sia un esempio da seguire nella lotta contro le armi nucleari - ha affermato a Radio Vaticana monsignor Maury Buendia - perché é stato il primo Paese che, avendo il terzo arsenale nucleare più grande del mondo - per farci un'idea, grande quanto alcuni Paesi come la Cina, l'Inghilterra messi insieme - ci ha rinunciato senza chiedere niente in cambio. Quindi, questo è un bell'esempio da seguire.
Alle volte, i grandi passi sono quelli che si fanno senza chiedere niente in cambio. Perché si devono fare? Perché, per tutti, è bene che si facciano».
Il Nunzio apostolico si sofferma poi sulle sfide che sta affrontando in questo momento il pianeta Terra: «Il mondo sta tornando un po' verso l'Asia; pensiamo all'influenza della Cina, anche dell'India e altri Paesi emergenti. Il Kazakhstan è un esempio? É un Paese che "si è messo" sulla carta geografica da pochi anni; quindi le cose stanno cambiando e speriamo per il meglio». E il Kazakhstan potrebbe diventare anche un modello di dialogo interreligioso e di convivenza: «È un Paese a maggioranza musulmana. Ci sono poi parecchi ortodossi, ci sono anche dei cattolici - più di centomila, discendenti soprattutto da quelli deportati da Stalin - i russi sono ortodossi, mentre i tedeschi, i polacchi e i bielorussi cattolici. Viviamo tutti insieme. Ogni tre anni ci sono dei congressi religiosi ai quali partecipa sempre una delegazione importante della Santa Sede».
Domenico Agasso jr