Nonostante i numeri record delle Paralimpiadi di Londra, resta il dubbio di come porsi di fronte ai protagonisti. Il pietismo è l'unica strada da non seguire.
Se vogliamo, il primo merito di Londra è quello di aver chiuso per sempre in una parentesi il termine "Para" e di aver liberato definitivamente l'Olimpiade dei disabili da ogni dipendenza. Le gare che si aprono oggi a Londra non appartengono più a Giochi di serie B: per quantità di biglietti venduti (quasi esauriti i 2,5 milioni a disposizione), numero di iscritti (4280), nazioni partecipanti (165 Paesi, 15 in più di Pechino) e qualità degli impianti, la Paralimpiade avrà ben poco da invidiare alla rassegna dei normodotati che ha appena finito di incantare il mondo. Un ulteriore salto di qualità dopo i progressi registrati in Cina che, con le dirette fiume di Sky e Rai, rilancia però la questione "morale" riguardante noi spettatori: come porsi di fronte al grande sport dei disabili.
scuole di pensiero ? Per noi della Gazzetta fa fede l'impegno con cui il giornale e il sito seguono da sempre il movimento ma anche la grande sensibilità con cui il direttore storico Candido Cannavò era entrato in sintonia con un mondo che gli aveva ispirato anche un libro. Ma non possiamo nascondere che esistono due scuole di pensiero: da una parte quelli che guardano ai paralimpici come atleti a tutto tondo, sovrapponibili ai normodotati; dall'altra coloro che colgono una sfumatura in più e percepiranno i nuovi campioni di Londra come eroi moderni, capaci di elevarsi oltre la sfortuna, le tragedie personali, in qualche caso anche gli orrori delle guerra.
A chi da oggi si metterà davanti alla tv per rivivere le emozioni dell'Olimpiade-parte prima, noi lasciamo ovviamente la libertà di scegliere, in base alla propria sensibilità personale, fra le due posizioni. Nelle istruzioni per l'uso delle Paralimpiade raccomandiamo, però, di non utilizzare la terza opzione: il pietismo. Questa sì, sarebbe un'offesa per chi ha il diritto di sentirsi un atleta a tutti gli effetti e non un handicappato in libera uscita.
Fausto Narducci