Marco Maccari
L'adozione aperta, di cui si è discusso con Ai.Bi. nella seconda Giornata di Convegno a Monte Colombo, non tiene gli animi in pace. Maurizio Chiodi è docente di teologia morale presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e consigliere spirituale di Ai.Bi.: approfondiamo con lui le pieghe etiche del discorso: questo genere di adozione è un problema etico?
"Il senso che vogliono promuovere coloro che si occupano di adozione aperta è nel favorire la disponibilità delle donne - o di coloro che generano - a consegnare il figlio a qualcuno di cui si possano fidare. Creando una relazione tra chi abbandona e chi accoglie. E questo è già ben tutelato a mio avviso dall'anonimato del parto. Per questo, sì, ci vedo un problema etico".
Può spiegare, Prof. Chiodi?
L'adozione in anonimato favorisce il diritto del bambino a essere figlio, ma senza farlo trovare davanti a molteplici figure genitoriali. Il passaggio avviene in campo completamente neutro.
Lei fa riferimento a una sorta di trapianto di famiglia?
Faccio l'esempio della donazione degli organi, anch'essa svolta in anonimato.
Cancellare l'abbandono, trasformandolo in un gesto di dono. Una sconfitta dell'abbandono stesso.
Nell'adozione aperta è presente certamente quest'intenzione, eppure il problema è nel fatto che è garantita meglio dall'adozione chiusa. Si tutela il futuro del figlio dal rischio connesso a questa relazione. Non a caso il tema ha sollevato un ampio dibattito interno alle famiglie di Ai.Bi.
Come mai in America è il 95% dei casi, mentre in Italia si stenta a parlarne?
C'è una differenza culturale: negli Stati Uniti c'è un approccio contrattuale promosso tra individui. In Italia tendiamo a sottolineare l'atteggiamento di fiducia e di alleanza che implica la lucidità del riconoscimento. Un riconoscimento netto, che ha a monte larinuncia a continuare l'esperienza genitoriale.
Si rende più che mai necessaria la figura di un apposito operatore specializzato (professionale, psicologico, spirituale)?
Anche il miglior accompagnamento dovrebbe comunque rimediare a problemi effettivi, obiettivi.