"La dignità degli uomini può aspettare? No. Per questo da anni siamo vicini alla popolazione afghana che chiede solo di riacquistarla con il lavoro".
La relazione che Alberto Cairo, fisioterapista del Comitato Internazionale della Croce Rossa da 23 anni a Kabul e candidato nel 2012 al Premio Nobel per la Pace, ha tenuto al raduno di "veDrò" a Dro (Trento) è stata salutata da una lunga ovazione.
"Mahmud, uno dei pazienti a cui abbiamo restituito la possibilità camminare, un giorno mi disse: "Mi hai ridato le gambe, adesso dammi un lavoro e con quello la dignità".
Lo aiutammo a lavorare ad una catena di montaggio e diventò in una settimana l'operaio più veloce di tutti. "So che sono un avanzo di uomo - mi disse - ma se mi aiuti posso fare qualsiasi cosa".
Non esistono avanzi di uomini. Siamo noi che spesso mettiamo barriere con i nostri pregiudizi. A volte noi operatori umanitari lavoriamo con tempi stretti dimenticando di ascoltare i nostri pazienti. Loro invece a volte osano pensare l'impensabile. In questo modo ce la fanno e sono di insegnamento a tutti noi".