Per i banchieri il 2012 rischia di essere un anno tutt'altro che "generoso": sarebbero sempre di più, secondo il Financial Times, gli istituti di credito pronti a una sforbiciata ai bonus già assegnati.
In alcuni casi, infatti, le performance dei dirigenti negli ultimi anni non appaiono più così positive, alla luce degli scandali che hanno di recente travolto il mondo della finanza: dalle manipolazioni del Libor alla vendita di complicati prodotti finanziari alle piccole imprese.
A quel punto, dunque, si può ricorrere alla revoca dei bonus: una soluzione introdotta a partire dal 2009 in Europa ma non ancora negli Stati Uniti, nonostante le pressioni dei regolatori. A livello legale, comunque, sarebbe impossibile avere indietro somme che sono già state pagate: a rischiare, piuttosto, è la quota di premi che viene dilazionata nel tempo. Ma che comunque rappresenta, di norma, dalla metà ai tre quarti del totale.
Le banche di consueto sono piuttosto riservate sui dettagli: ma, secondo il quotidiano finanziario londinese, tipicamente viene "sacrificata" una quota pari al 10-20% a seconda della serietà del motivo.
Diverse banche hanno già fatto ricorso a tale misura decine di volte a negli ultimi tre anni. Ma, secondo gli esperti citati dal Financial Times, nel 2012 tale numero è destinato ad aumentare. I board, infatti, vogliono dimostrare agli investitori di voler prendere provvedimenti concreti dopo le recenti mancanze che si sono guadagnate le prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
HSBC ha promesso la linea dura dopo le polemiche sugli insufficienti controlli antiriciclaggio; mentre JPMorgan Chase ha annunciato di aver ritirato premi per milioni di dollari ai dipendenti al centro dello scandalo della perdita miliardaria sulle attività di trading.