Dare a ognuno l'accesso a una quantità nemmeno immaginabile di potenza di calcolo, è questa la manna con cui Amazon.com, con discrezione implacabile, sta coprendo la terra trasformando per l'ennesima volta il world wide web. L'immagine vincente è quella aerea e virtuale della nuvola dove sono stoccate le informazioni, i servizi, i dati, "the cloud" che processa, immagazzina e conserva al posto del singolo utente, che può essere il singolo possessore di smartphone come un governo, il programma di istruzione online del Mit come la start-up del momento.
La nuvola ha però i piedi ben piantati a terra: Amazon ha costruito giganteschi data centers, enormi agglomerati con migliaia e migliaia di computer. Approfittando dei bassi prezzi dei computer e, all'inizio destinando i suoi in eccesso per metterli a disposizione di altre società, ne ha messi insieme un numero incalcolabile. Al riguardo i dirigenti tengono le bocche cucite, ma investire in A.W.S. (Amazon Web Services) è stato il vero colpo di genio per la compagnia, secondo il New York Times, che dedica la prima pagina del 28 agosto a questa incredibile "bonanza" (slang, diremmo abbondanza). Al punto che la distruzione creatrice con cui Amazon ha sconvolto dalle fondamenta l'editoria e il commercio al dettaglio tradizionali resterà come una nota a pie' di pagina nell'immenso nuovo business che sta costruendo.
In questo momento Netflix diffonde film e show televisivi ai suoi 26 milioni di utenti usando i computer di Amazon. La Shell snocciola i dati geologici su nuovi giacimenti petroliferi usando i computer Amazon. Milioni di persone in Nigeria e Kenya acquistano automobili online attraverso compagnie locali che usano computer di Amazon stipati nei server dislocati in Europa e California. Chi è preoccupato dal potere di Amazon non guardi, quindi, al Kindle e-book, ma a quella rete infinita di computer che migliaia di aziende utilizzano, quasi senza spese o riducendole al minimo, per condurre il proprio business. Instagram, il sistema di photo-sharing che in 19 mesi ha raggiunto il valore di 1 miliardo di dollari con cui è stato acquistato da Facebook, è stato realizzato e implementato da 12 persone 12: la potenza di computer gliela aveva offerta Amazon.com.
La nuvola è la nuova rivoluzione tecnologica, paragonabile all'introduzione della rete elettrica, si compiace il capo di Amazon Andrew R. Jassy. Google, Microsoft, ne stanno approntando di enormi (un data center di Windows Azure a Chicago è grande 4 ettari) ma la capillarità raggiunta da Amazon la pone di gran lunga all'avanguardia. Hanno iniziato prima, ne hanno previsto e sfruttato le potenzialità planetarie. Spiegel tv in Germania ha speso meno della bolletta dei suoi server per comprare da Amazon un servizio di copia digitale di 20 mila programmi. Una banca spagnola, utilizzando A.W.S., impiega 20 minuti invece che 23 ore per analizzare i dati dei rischi collegati al credito. "Non usciranno dal lavoro prima, faranno molto di più", commenta Jassy.
Domani il business del low-cost data coinvolgerà società di acquisizione di informazioni genetiche o di assicurazione sul prezzo del grano. Un'azienda di mobili utilizzerà le previsioni in tempo reale sul prezzo del legno in Brasile. Migliaia di start-up non avranno più bisogno di migliaia di dollari di investimenti iniziali solo per dotarsi di una potenza di fuoco informatica che, come manna, ma senza miracoli, pioverà da una nuvola ben piantata sulla terra.