STOCCOLMA (Reuters) - I maggiori produttori agricoli del G20 devono trovare un'intesa per un intervento coordinato per ridurre i timori sui prezzi del cibo. E' quanto ha sollecitato oggi il responsabile dell'Agenzia alimentare delle Nazioni Unite, che assieme ad altri esperti denuncia un vasto spreco di cibo e acqua in tutto il mondo.
La terza impennata dei prezzi in quattro anni si è verificata dopo la siccità negli Stati Uniti e i modesti raccolti della Russia e della zona del Mar Nero.
Il direttore generale dell'Agenzia Onu per il cibo e l'agricoltura, José Graziano Da Silva, ha detto che l'attuale aumento dei prezzi del cibo non può definirsi ancora una crisi, ma che potrebbe diventarlo il prossimo anno se i raccolti dell'emisfero meridionale dovessero essere deludenti.
Da Silva - che ha parlato di un enorme spreco di cibo e acqua nel mondo - ha sottolineato che il rialzo dei prezzi del cibo non è così grave come quello del 2007/08, quando ci furono violente proteste in Paesi come Egitto, Camerun e Haiti.
"Fino a metà del cibo che produciamo non viene mangiato", ha spiegato Torgny Holmgren, direttore esecutivo dello Stockholm International Water Institute, aggiungendo che un quarto dell'acqua utilizzata in tutto il mondo viene usata per produrre oltre un miliardo di tonnellate di cibo che nessuno mangia.
- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia