A settembre la lista di priorità su cui investire nei prossimi tre anni i soldi delle privatizzazioni.

Il mandato di Pisapia alla sua giunta: evitare singoli interventi faraonici e puntare sulla vivibilità.

di ORIANA LISO

Sono i compiti per le vacanze che il sindaco Pisapia ha dato ai suoi assessori, quando li ha riuniti per l'ultimo "conclave laico" di luglio. Presentare, per la ripresa di settembre, almeno un paio di idee da inserire nel "Progetto per la Milano di domani", ovvero l'agenda dell'amministrazione arancione per i prossimi anni. Non una sola idea "forte": l'ha più volte ripetuto, Pisapia, che questo «non è il momento per progetti faraonici», e che pensare a un solo intervento ? magari costoso e d'immagine ? non è quello che serve alla città.

Nel primo  anno è stata messa la spunta ad alcune incombenze irrimandabili ? come il Pgt e la questione derivati ? e si è riusciti ad approvare il Registro delle coppie di fatto. Ma ora è il momento della "fase 2", quella che dovrà lasciare il segno nel 2016, ma che va impostata subito. Ecco perché gli assessori, in queste settimane, stanno inviando alla segreteria del sindaco progetti molto concreti, e per lo più rivolti a sanare e rilanciare l'esistente  grazie a quei due miliardi di investimenti che, con le operazioni straordinarie immaginate attorno alle grandi partecipate, da Sea a Sogemi, dovrebbero costituire il tesoretto del prossimo triennio. Il risultato è un puzzle per risanare le periferie, dare più welfare e arrivare a una "cultura diffusa".

I CANTIERI. Due modi di declinare il tema periferie, strettamente connessi tra loro: interventi massicci su edilizia e strade, imprese giovanili. Si saldano così i progetti dell'assessore alle Politiche del lavoro Cristina Tajani e quelli della collega ai Lavori pubblici, Lucia Castellano. Che sta mettendo a punto il rifacimento delle case popolari al Giambellino e al Lorenteggio e ha messo in conto la costruzione ex novo di quattro scuole (Volga, Martinetti, Pisa e Rubattino) e la risistemazione del Parco Trotter. Punta invece sugli incubatori d'impresa la Tajani, con quattro progetti in altrettante zone: Quarto Oggiaro (imprese sociali per progetti di inclusione per i ragazzi del quartiere), Palmanova (nell'ex scuola di via Bottego si insedieranno giovani professionisti), Monumentale (leggi: le imprese creative della Fabbrica del vapore) e Bovisa, dove, con il Politecnico, si studia uno spazio per le imprese tecnologiche e informatiche.

I MUSEI E L'ARTE. È nato come esperimento, ma l'intenzione dell'assessore alla Cultura, Stefano Boeri, è di farne una delle novità della Milano dei prossimi anni: l'Oca, le Officine creative dell'Ansaldo, è già al secondo appuntamento, e si sta studiando ? dopo la vicenda Macao ? la formula per rendere stabile e a disposizione dei giovani creativi non solo milanesi l'ex industria di via Tortona. Un pezzetto di cultura che si unisce ad altri progetti per i prossimi anni, come l'implementazione delle biblioteche, anche di quelle di quartiere, e alla rete dei musei cittadini (acronimo: Mmm) che si delineerà a settembre con la prima riunione. Ma c'è un progetto, tra quelli di Boeri, che incrocia il vero "traguardo" temporale di Milano, ovvero l'Expo. Il "Forum delle culture della città mondo", abbozzato negli scorsi mesi, sarà il luogo di partecipazione attiva delle comunità straniere, per far nascere idee e progetti culturali ed economici in vista dell'evento del 2015.

I SERVIZI SOCIALI. Una città dei diritti, che non dimentichi i meno fortunati, cresciuti di numero per colpa della crisi economica di questi ultimi anni. È tutto rivolto a loro il progetto che presenta al sindaco l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e nasce dai bisogni evidenziati nel lavoro del Piano di zona che andrà in aula a settembre: uno sportello unico dei servizi sociali (un mese fa Pisapia aveva chiesto agli assessori: «Basta con la troppa burocrazia, dobbiamo snellire le pratiche per i cittadini») da una parte, e la nascita di nove sportelli anticrisi dall'altra. Se il progetto dell'Immigration center sembra avere già consistenza, è tutta da fare la necessaria mappatura della rete delle barriere architettoniche, ed è da irrobustire il piano per i senzatetto. Questione delicata, ma che sarebbe una piccola rivoluzione, l'altro progetto di Majotino: la costituzione di un polo pubblico per la terza età con la fusione di Golgi Redaelli e Pio Albergo Trivulzio.

IL COMMERCIO. Un nuovo mercato comunale alla Darsena, lontano anni luce dalla situazione sempre più precaria dell'attuale sistemazione in piazza XXIV Maggio: progetto di medio termine dell'assessore al Commercio, Franco D'Alfonso, il mercato sarà un padiglione a vetri, luminoso e con affaccio sull'acqua, e avrà fuori uno spazio con i tavolini e il chiosco della pescheria (ora dall'altra parte della strada). Non sarà l'unico restyling, tra i mercati comunali, anche se il vero progetto ? quello che si spera di inaugurare per fine legislatura ? è il nuovo Ortomercato: stesso luogo, ma strutture, regole e tecnologie completamente diverse. Di pari passo andrà la nuova filosofia dei Duc, i distretti urbani del commercio ora in sperimentazione. Rivitalizzare quel che c'è è anche il concetto dell'assessorato allo Sport: in attesa di capire se e come si farà il nuovo palazzetto polivalente, si metterà mano alla riqualificazione del Vigorelli e di 11 campi sportivi.

IL BILANCIO. Non tutti gli assessori presentano progetti "visibili", ovvero idee su palazzi, strade, musei, centri anziani e via di seguito. C'è chi, come l'assessore al Bilancio Bruno Tabacci, ha puntato su due idee in un certo senso immateriali. La prima è quella di rendere il bilancio comunale trasparente: «In un momento in cui chiediamo sacrifici maggiori ai cittadini ? spiega Tabacci ? è ancor più un dovere essere chiari su come si gestiscono quei soldi». Con un percorso di divulgazione dei dati economici, per stimolare la discussione, si conta di arrivare a realizzare un vero e proprio "bilancio sociale" con cui l'amministrazione renda conto delle sue scelte. Secondo progetto, il riequilibrio strutturale del bilancio comunale per il 2015, ovvero un conto economico in cui le spese correnti siano interamente finanziate da entrate correnti, lasciando le entrate straordinarie a sostegno solo degli investimenti e dei rimborsi del debito.

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