Vip, militari e politiche protagoniste alla Convention.

Barack Obama punta sulle donne per dare risalto durante la Convention democratica di Charlotte (3-6 settembre) a temi come il diritto d'aborto, la parità di remunerazione e la salute femminile destinati ad alienare ai repubblicani i favori delle elettrici. L'elenco delle dieci donne di spicco diffuso ieri dalla presidenza del partito tratteggia l'offensiva, di immagine e di contenuti, che il presidente ha in mente per consolidare il già consistente vantaggio su Mitt Romney in questo settore dell'elettorato, che è poi quello di maggioranza rispetto agli uomini.

Prima fra tutte ecco Eva Longoria, il volto più popolare del popolare serial tv «Casalinghe Disperate» e icona della comunità ispanica: Obama punta su di lei per conquistare molti Stati in bilico, dal Colorado alla North Carolina, dalla Florida al New Mexico. Longoria è co-presidente della campagna per la rielezione e lancerà un appello al voto indicando in Barack Obama il paladino di una nuova stagione di battaglie per i diritti civili, che vede in primo piano le donne, i gay e le minoranze. Cecile Richards, presidente del «Planned Parenthood Action Fund», e Nancy Keenan, presidente di «Naral Pro-Choice America» sono invece i nomi di maggiore spicco del fronte pro-aborto, che i democratici stanno rilanciando per ottimizzare l'impatto politico della gaffe di Todd Arkin, il candidato repubblicano al Senato in Missouri che ha parlato di «vero stupro» sollevando un vespaio di polemiche.

Mettere l'accento sul diritto di interrompere la gravidanza serve per evidenziare che Paul Ryan, candidato vicepresidente dei repubblicani, è fra i più determinati avversari dell'aborto, al punto da aver paragonato la decisione della Corte Suprema di Washington che lo legalizzò nel 1973 alla sentenza del 1857 con cui aveva stabilito che «i negri non sono uguali davanti alla legge».

Se la Convention repubblicana, che si apre lunedì a Tampa in Florida, ha nella piattaforma l'esplicita opposizione all'aborto, quella democratica di Charlotte, in North Carolina, esalterà la posizione opposta grazie all'intervento dal palco di Sandra Fluke, l'ex studentessa di legge insultata come «prostituta» dal conduttore radio ultraconservatore Rush Limbaugh per aver sostenuto la necessità della copertura sanitaria per le pillole anticoncezionali.

A incarnare la battaglia liberal per la parità di salario fra uomini e donne sarà invece Lilly Ledbetter, che ha legato il suo nome alla legge emanata da Obama in questo senso, mentre la deputata del Wisconsin Tammy Baldwin sarà la portavoce dei diritti di gay e lesbiche, un altro tassello della coalizione elettorale sulla quale puntano i democratici. Le altre donne di spicco che avranno la ribalta a Charlotte saranno Caroline Kennedy, figlia dell'ex presidente John Fitzgerald, la disabile veterana dell'Iraq Tammy Duckworth, candidata al Congresso in Illinois, l'indiana-americana Denise Juneau, prima esponente di questa minoranza ad avere un incarico pubblico nel Montana, e la senatrice Barbara Mikulski che salirà sul palco con le altre donne elette a Capitol Hill per testimoniare la tradizione democratica di attenzione per i temi più cari al pubblico femminile.

A Charlotte mancherà invece Hillary Clinton, il Segretario di Stato che quattro anni fa sfidò Obama alle primarie, ha fatto sapere che darà forfait per coincidenti impegni di politica internazionale. Consentendo ai blogger repubblicani di ipotizzare dissapori con Obama per non essere stata nominata alla vicepresidenza al posto di Joe Biden.

Maurizio Molinari

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