Un perverso che si sente in lotta contro tutti. Il piromane, spiegato dallo psichiatra Federico Tonioni.
di Carmelo Caruso
"Il Piromane? Sta ai margini della società, secerne un rancore che si esplicita nella distruttività".
Nel paese che brucia, anche la psichiatria lo cerca come una figura evanescente che non riesce a curare. Neppure il professore Federico Tonioni, psichiatra al Gemelli e ricercatore all'università Cattolica del Sacro cuore di Roma, lo ha mai visto negli occhi. "Il Piromane si può curare nella misura in cui si vuole curare. Ma non potrebbe farlo, perché non si sente in colpa". Tre ordigni a Grosseto, ultime briciole sparse di un disastro preparato, appena trovate dai carabinieri e pronte all'innesco e una penisola che arde da Caserta al Nord.
Professore, quindi il piromane?
"Aspetti".
Un ritratto?
"No, una distinzione innanzitutto. Bisogna escludere dalla categoria chi incendia con precisi scopi".
Vuole dire chi ha la necessità di modificare l'edificabilità delle zone, giusto?
"Esatto. In quel caso siamo di fronte a un delinquente comune che lo fa strumentalmente al guadagno, diverso il piromane perverso".
Ecco, chi è il piromane perverso?
"Così come la cleptomania o la pedofilia, si è di fronte a gesti illogici di per se, afinalistiche. Il perverso brucia perché non ce la fa a non distruggere. Paradossalmente chi lo fa non ha scelta. E' un bisogno".
Si può parlare solo di un perverso?
"Precisiamo e non pensiamo alle perversione dal punto di vista sessuale. Il piromane ha le sue radici in questioni affettive che non hanno funzionato e non sono diventate conflitto".
Come fa a non sentirsi in colpa? Perdoni?
"E' un meccanismo. Come quello di Vantaggiato a Bari".
Di solito si dice che i piromani siano persone sui sessant'anni, pensionati?
"Si, è vero. E' simile a qui vecchietti che sparano al vicino perché da vent'anni non tollerano il volume del televisore. Credono di avere subito un torto, un dispetto".
Questo basta a incendiare?
"Quando si è convinti di aver dovuto accettare un sopruso, accade. Anche se alla fine non è vero. E' rabbia non esplicitata che finisce per erompere in questa maniera".
Perché i pensionati, gli anziani piuttosto che un giovane? Avrebbe magari il risentimento sociale e un motivo per distruggere il sistema?
"Perché sono uomini ai margini della società, non hanno ruoli significativi. Lo si fa anche per megalomania, per la necessità di apparire. Soprattutto di esistere. E' proprio quando vede le fiamme alzarsi, i giornali parlarne, che il piromane sente per la prima volta di essere considerato".
Non si cura la piromania?
"Vedete, qualsiasi cura comincia nel momento in cui il paziente perverso sente di aver sbagliato. Ma il piromane non lo riconosce. Si cura nelle misura in cui desidera curarsi. Difficile, vederlo aprire la porta e raccontare?".