Chiediamo che il Consiglio dei Ministri e/o il Parlamento Italiano con la diversità degli approcci e degli strumenti a ciascuno di essi pertinenti, siano chiamati ad esprimersi con un OdG espressamente dedicato alla cultura, intesa come elemento essenziale e costitutivo della nostra produzione immateriale e materiale, valore aggiunto che contraddistingue il paese e quanto in esso realizzato (Made in Italy) in tutto il mondo.
L'Italia, l'Europa e il mondo intero sono costretti ad affrontare la crisi economica di questi anni con strumenti di analisi (e di reazione) obsoleti e inadeguati a cogliere allo stesso tempo l'ampiezza e la trasversalità e la profondità dei nodi.
A nostro avviso l'approccio da seguire deve privilegiare uno sguardo trasversale e intelligente rispetto ai fenomeni emergenti, che permetta di identificare i margini di manovra metodologici e operativi per realizzare concretamente una nuova definizione dell'offerta culturale e accompagnare una crescita della domanda che risponda appieno alle esigenze note e a quelle non ancora espresse.
I "nodi" da sciogliere e priorità sulle quali intervenire sono quindi, a nostro avviso 7:
1. Struttura organizzativa e logica imprenditoriale
Il tema della struttura organizzativa può essere scomposto in due macro-aree: quella istituzionale/normativa e quella gestionale/organizzativa.
La logica che sottende alla più efficace distribuzione di ruoli finalizzata al risultato atteso (miglioramento, ampliamento e diffusione dell'offerta culturale) deve prevedere una chiara attribuzione di responsabilità, in primis alla mano pubblica, nella sua componente elettiva (nazionale, regionale e locale) e in quella Amministrativa, anche'essa declinata in nazionale (Ministeri), regionale e locale (Assessorati).
2. Risorse umane, il capitale infungibile, unico generatore di valore aggiunto
Dalla formazione primaria a quella superiore, universitaria e specialistica, curriculum scolastico/universitario e formazione professionale si deve prevedere un collegamento tra la formazione e il lavoro in cui la cultura sia strumento di innovazione e prospettiva.
E' necessaria, inoltre, l'attivazione di serie politiche di contrasto verso la fuga dei cervelli, coadiuvate ad incentivi delle esperienze professionali in patria.
3. Tecnologie e mercato
Le nuove tecnologie hanno radicalmente trasformato e trasformano quotidianamente il rapporto tra offerta e domanda di cultura e contribuiscono in modo essenziale per la diffusione di informazioni e prodotti che raggiungono velocemente ogni parte del globo che gode della connessione web.
La tecnologia applicata alla conservazione del patrimonio culturale è uno dei punti di eccellenza del nostro Paese. Quella applicata alla valorizzazione del patrimonio culturale permette forme di fruizione e godimento un tempo impensabili.
Tecnologia, creatività, prodotto innovativo rappresentano una catena di produzione di valore che moltiplica esponenzialmente i valori di partenza e accresce il capitale con costi relativamente modesti.
4. Reti di relazioni e visione planetaria
La visione micro non può che essere inserita in una di più ampio respiro e le sfide planetarie si riverberano immancabilmente su quelle locali. La cultura è strumento imprescindibile di comprensione delle questioni essenziali e di visione di sistema.
E' necessario essere continuamente aggiornati sull'evoluzione dei nodi di "sistema" e delle soluzioni che sono state realizzate nei differenti contesti di tutto il mondo.
Essere in relazione con i propri omologhi, maturare conoscenza, competenze e strumentazione altrove per saper individuare soluzioni efficaci, che non arrechino eventuali danni ad altri individui.
Strettamente connesso al punto 2 (Risorse umane), è necessario favorire la mobilità di ricercatori, creativi, artisti, amministratori al fine di "sprovincializzare" le analisi e le soluzioni proposte.
5. Diversità culturale: dall'identità all'ibridazione
Le possibilità offerte dalle tecnologie e le masse di popolazione che si sono fisicamente spostate dai propri paesi di origine (essenzialmente alla ricerca di una vita migliore che a casa propria, ma non solo) impongono la messa in opera di strumenti di comprensione della diversità altrui e di coesistenza tra gruppi sociali diversi per cultura, usi, tradizioni.
Gli immigrati in Italia rappresentano oggi una fetta rilevante di popolazione residente, produttiva e generatrice di nuovi cittadini. La legislazione deve riconoscerli e valorizzarne gli aspetti positivi e rigenerativi di una società come la nostra, ormai fossilizzata in paradigmi obsoleti e privi di prospettiva.
La diversità culturale deve effettivamente costituire uno strumento di conoscenza reciproca e di fertilizzazione di analisi e prospettive, al fine individuare soluzioni efficaci di coesione e sviluppo.
Gli "stranieri a casa nostra" devono poter avere punti di riferimento (culturali e sociali) in cui riconoscersi, incontrarsi, sentirsi a proprio agio (? se vi vuole che rispettino quelli nostrani) e la cultura può e deve essere strumento efficace di reciproca conoscenza e fertile scambio.
6. Leva fiscale come strumento di investimento
In periodo di crisi istituzionale,economica e finanziaria il ricorso alla leva fiscale come incentivo ad investire tempo e risorse in cultura e attività culturali (finalizzate alla realizzazione dei punti appena esposti) deve essere perseguita anche mediante la scientifica applicazione di misurazioni del benessere e dell'incremento di produttività che essa genera.
La miope politica fiscale messa in opera e realizzata sino ad oggi in questo settore deve obbligatoriamente cambiare radicalmente registro ed essere finalizzata al responsabile coinvolgimento di cittadini e imprese nell'ideazione/progettazione e realizzazione di beni e attività culturali.
L'inversione auspicata può costituire un caso esemplare a livello nazionale e locale e rendere giustizia alla risorsa primaria del paese Italia. La competitività internazionale può essere giocata anche su questo fronte.
7. Risorse e fattibilità
Riformuliamo le voci dei bilanci pubblici e orientiamo le risorse private verso obiettivi efficaci di benessere collettivo. Una prima rilettura e rimodulazione dell'allocazione delle risorse statali, regionali, provinciali e comunali. Una prima rilettura e rimodulazione dell'allocazione delle risorse private: Fondazioni di origine bancaria e sponsor