Offrire un'occasione di riflessione e di confronto sul difficile percorso verso l'autonomia della persona con disabilità intellettiva e sulla problematica del "Dopo di noi" è stato lo scopo del primo dei due incontri previsti dal convegno "Percorsi di vita della persona con disabilità con noi e dopo di noi", organizzato ieri mattina dalle associazioni delle famiglie del Ceod del Villaggio Sant'Antonio, dell'Irpea, dei Ceod dell'Ulss 16 in collaborazione con i rispettivi servizi. «Ancora oggi è la famiglia - esordiscono Marisa Ortolani e Sandra Macrì delle associazioni delle famiglie - che si fa carico di gran parte dei bisogni del disabile e che vive con preoccupazione il suo presente e futuro. La risposta deve andare in due direzioni, ossia un percorso educativo individualizzato che coinvolga famiglia e istituzioni con momenti di sviluppo dell'autonomia e della socializzazione del disabile, e un programma di sostegno precoce alla famiglia, dato che la disabilità adulta è fenomeno prevedibile e programmabile per tempo dalla società».
Numerose le autorità presenti all'incontro. «E' molto importante che su questa tematica ci sia una disponibilità condivisa di collaborazione - afferma l'assessore comunale alle Politiche sociali, Claudio Sinigaglia - Come servizi sociali stiamo realizzando interventi di varia natura come nei trasporti, a favore dell'abbattimento delle barriere architettoniche e nella programmazione, benchè non sia semplice, di soggiorni estivi per disabili per l'estate 2005». «Se vogliamo affrontare con serietà la questione - prosegue Margherita Miotto, consigliere regionale - la prima cosa da fare è riportare al centro dell'attenzione delle istituzioni locali le politiche del sociale. Le famiglie chiedono oggi di essere liberate dalla precarietà nella quale vivono e dall'incertezza sul domani. Di conseguenza gli obiettivi devono essere la stabilità del sistema di sostegno, e l'appropriatezza per evitare l'assistenzialismo tramite la personalizzazione degli interventi». Tra i relatori anche Francesca Succu dell'Osservatorio Regionale Handicap: «Il Veneto si può considerare all'avanguardia in termini di servizi, che devono però migliorare in qualità e flessibilità. La valutazione del bisogno non è solo luogo di decisione, ma anche di partecipazione, progettualità e redazione condivisa rispetto alla centralità del cittadino e dei suoi diritti». «I servizi nel nostro territorio sono molto buoni - prosegue Fortunato Rao, direttore generale Ulss 16 - ma possiamo fare un salto di qualità con progetti personalizzati per dare risposte misurate ai bisogni delle persone e delle famiglie. Anche sul tema del "dopo di noi" esistono già alcune risposte, ma è necessario fare un passo in avanti e creare un sistema concertato tra pubblico e privato». «Bisogna arrivare - conclude l'europarlamentare Antonio De Poli - a un percorso personalizzato del disabile in tutta la sua globalità di vita. Per molti aspetti siamo allineati su modelli europei, ma ciò che ancora manca è la "cultura", ossia riuscire ad avere la sensibilità che le politiche sociali devono essere le politiche prioritarie d'intervento».
Pierpaolo Spettoli
Il Gazzettino (Vicenza), 8 dicembre 2004