Un'intesa incentrata sul cambiamento del sistema economico, industriale e del lavoro verso obiettivi di crescita verde. Per CGIL, CISL e UIL si tratta di "un passo importante" che va in una direzione in cui "diventa possibile sviluppare attività e occupazione, in particolare giovanile, con beneficio per la nostra provata economia" »
Un protocollo d'intesa incentrato sul cambiamento del sistema economico, industriale e del lavoro verso obiettivi di crescita verde. E' quanto siglato ieri, 9 agosto, dal Ministro dell'Ambiente Corrado Clini e i sindacati CGIL, CISL e UIL, come scritto in una nota unitaria.L'intesa, spiegano i sindacati confederali è "un passo importante" poiché "conferma la possibilità delle parti sociali e del Governo italiano, attraverso il Ministero dell'Ambiente, di agire un confronto rispettoso e costruttivo e, nel solco delle strategie europee e internazionali in materia di decarbonizzazione dell'economia e di sfida energetica, di condividere intenti e impegni per realizzare sviluppo sociale, economico e salvaguardia ambientale". Grazie a questo Protocollo, proseguono i sindacati "viene recuperato il ritardo con altri Paesi europei che vantano una più antica tradizione in materia di salvaguardia ambientale e e maggiori sforzi per l'economia verde".
Le modalità alla base del Protocollo, sottolineano CGIL, CISL e UIL sono il confronto e la partecipazione delle istituzioni preposte, della cittadinanza, e delle parti sociali, da attuarsi ogniqualvolta si tratti di intervenire in materia ambientale.Per CGIL, CISL e UIL è proprio in questa direzione che "diventa possibile sviluppare attività e occupazione, con particolare riferimento a quella giovanile, con beneficio per la nostra provata economia".
Infatti, dopo il primo Piano nazionale rivolto ad almeno 60mila giovani approvato con la Spending Review, il Protocollo, sottolineano i sindacati nella nota "si propone un secondo Piano in ambiti relativi alla sostenibilità ambientale, impegnando il Governo a finalizzare risorse e meccanismi di finanziamento per ulteriori 60mila assunzioni entro il 2013".
A questi numeri sarà possibile aggiungere altre assunzioni e posti di lavoro per effetto delle ricadute occupazionali di interventi come: il sostegno alle politiche industriali di filiera della ricerca e dell'implementazione di nuove tecnologie sul contenimento delle emissioni, efficienza energetica, rinnovabili e reti di distribuzione, per le quali, viene espressamente dichiarato, sarà necessario orientare l'accesso agli incentivi e la strutturazione del Fondo rotativo di Kyoto; il Piano nazionale di efficientamento energetico degli edifici pubblici, del terziario e del residenziale, quale obiettivo primario che le parti intendono sostenere, a partire dalla conferma della detrazione fiscale del 55% fino al 2020 (da estendersi alla riqualificazione ambientale e sismica).Per quanto riguarda l'efficienza energetica, CGIL, CISL e UIL fanno sapere come il Ministero abbia condiviso il sostegno e l'implementazione dell'Avviso Comune Confindustria e Confederazioni sindacali. "Sviluppo dell'efficienza energetica per le imprese, dunque, ma anche gli edifici pubblici residenziali e non, edifici scolastici e ospedali".Sono diversi gli interventi la cui realizzazione impegnerà le parti firmatarie nel prosieguo del confronto, che andranno monitorati e di cui il Ministero dell'ambiente dovrà dare periodica informazione:
* il Rilancio delle Bonifiche e verifica dello stato di avanzamento dei progetti SIN nazionali con definizione di obiettivi temporali con il continuo coinvolgimento del territorio, normative adeguate e incentivazione fiscale.
* Definizione di un sistema più omogeneo e coordinato per il controllo ambientale;
* Censimento pubblico di sismicità degli edifici;
* Verifica e destinazione risorse per l'attuazione dei Piani di gestione dei distretti /bacini idrici.
* Predisposizione dei piani di azione per uscire dall'emergenza rifiuti, con progressiva limitazione delle discariche, e introducendo un forte sostegno alla gestione del ciclo integrato dei rifiutifinalizzato alla raccolta differenziata.
"Non resta - concludono CGIL, CISL e UIL - che perseguire la realizzazione degli obiettivi condivisi trascinando sviluppo sociale e occupazionale, e verificando i benefici in termini di crescita sostenibile".