di ANTONIO FRASCHILLA e EMANUELE LAURIA
Nei palazzi comunitari non si parla solo di rigore. Nel periodo che va dal 2007 al 2013 sono stati stanziati miliardi di contributi. Sei milioni di euro a disposizione per combattere l'uso illegale di Internet, 9,5 milioni per aggredire la criminalità finanziaria, 5,5 per contrastare "l'estremismo violento". Ma ci sono anche fondi per aprire un ristorante in Romania o per un progetto di inserimento al lavoro in Cambogia. Qualcuno si chiede se ce ne sia bisogno. Dipende dai risultati
Puoi ottenere un contributo per svolgere un sondaggio d'opinione sull'economia in Islanda o per promuovere attività culturale in Palestina, per aprire un ristorante in Romania o, spostandosi decisamente più a Est, per finanziare "progetti di inserimento al lavoro" in Cambogia.
E' vasta, la geografia del finanziamento europeo, è una mappa che segna migliaia di canali di spesa che da Bruxelles raggiungono vecchi e nuovi Paesi dell'Unione, fino agli Stati terzi che, per ragioni sociali o economiche, sono ritenuti meritevoli di sostegno. E' una carta scolpita nell'oro, che racconta anche di un gigantesco business, quello che ruota attorno all'enorme mole di fondi strutturali a disposizione per il periodo 2007-2013: 308,3 miliardi di euro, di cui quasi sessanta per i programmi italiani. I beneficiari non sono solo enti pubblici: oltre che alle articolazioni statali, a Regioni, Province e Comuni, ogni giorno la caccia ai fondi dell'Ue è aperta a singoli privati, associazioni, agenzie o organizzazioni non governative, meglio se con una propensione alla partnership internazionale. E l'analisi dei bandi pubblicati direttamente da Bruxelles o dagli enti territoriali, dei prestiti come dei contributi a fondo perduto, si fa beffe dell'immagine, diffusa di questi tempi di crisi, di un'Europa avara che chiede solo sacrifici. L'Unione, in realtà, finanzia le iniziative più disparate. Non dissipando l'ombra dello spreco. Noi abbiamo messo in fila 101 modi per chiedere i soldi all'Ue: ed è un viaggio che riserva sorprese.
La corsa ai bandi. Una valanga di fondi in studi, progetti, indagini e seminari. Fra i bandi aperti, gestiti direttamente da Bruxelles, ce n'è uno sostenuto da una dotazione di mezzo milione di euro per realizzare "uno o più" sondaggi d'opinione fra i consumatori sullo stato dell'economia in Islanda e Serbia, candidati a entrare nell'Ue. Il 50 per cento è a carico del bilancio dell'Unione e possono partecipare società di ogni angolo d'Europa. Un progetto che sviluppi gli scambi culturali e l'integrazione con la Palestina vale dai 50 ai 100 mila euro, mentre la presentazione di proposte per favorire l'inserimento al lavoro in Cambogia è incoraggiata con un budget di 3,9 milioni di euro. Per carità: forse ogni cittadino europeo è orgoglioso di sostenere con le proprie tasse la società civile in Bosnia (i costi dei progetti sono coperti al 90 per cento) o la diffusione dell'istruzione superiore in Africa e nei Caraibi (da 250 a 500 mila euro per ogni iniziativa finanziata).
Forse non sono mal spesi i 600 mila euro per la sensibilizzazione dei diritti sessuali e riproduttivi nel Burundi. Forse, chissà. E chissà se è congrua la cifra di 2,6 milioni di euro appostata per finanziare le iniziative a favore dei disabili in Turchia. Di certo, un recente rapporto dell'Open society foundation punta il dito sul cattivo uso dei fondi per questo settore, specialmente da parte degli Stati dell'Europa centrale e orientale "che continuano a costruire o rinnovare istituti di degenza invece che investire nello sviluppo di comunità alternative".
Il nodo è quello della concretezza delle iniziative. Nel mare magnum delle sovvenzioni ai progetti sui grandi temi, che non hanno efficacia diretta ma "preparano o integrano azioni della commissione europea", ci sono sei milioni di euro a disposizione per combattere l'uso illegale di Internet, 9,5 milioni per aggredire la criminalità finanziaria, 5,5 per contrastare "l'estremismo violento", i 2,6 milioni di euro stanziati per iniziative che smuovano le coscienze nei riguardi della pena di morte e della tortura. Si dirà: ce n'è bisogno. Dipende dai risultati, non sempre quantificabili in questo campo.
Di certo, al confronto di queste cifre, i 110 mila euro per scrivere il documento attuativo della direttiva sugli zoo sembrano bruscolini. Ma in tempi di vacche magre fanno discutere anche quelli. Chi vuole, può presentare la propria proposta a Bruxelles. E chi lo ritiene può cimentarsi in un progetto contro il fenomeno delle partite truccate, che ben conosciamo in Italia e che dà diritto a un contributo sino al 60 per cento dei costi. La stessa percentuale sulle spese che spetta a chi promuove lo sport a livello comunale e in Paesi confinanti e a chi deposita un'idea valida per diffondere la cultura dell'attività fisica fra gli anziani. L'invecchiamento della popolazione è un problema che sta molto a cuore ai governanti europei, che hanno messo da parte mezzo milione di euro per progetti di partenariato che sensibilizzino i cittadini sul tema.
Pochi sanno che l'Europa, nel campo del turismo, finanzia pacchetti di viaggio transnazionali, premiando in particolar modo le agenzie con bonus da 210 mila euro e sostiene con 150 mila euro ciascuno i progetti che aiutino la mitica "destagionalizzazione" dei flussi. Pochi sanno che orchestre e compagnie teatrali "attive a livello europeo" possono richiedere contributi da 100 a seicento mila euro. Mentre il cinema viene sostenuto con contributi da 20 mila euro per ogni schermo "digitale" e, dal punto di vista della produzione, con incentivi alla realizzazione di lungometraggi, cartoni e documentari. Il sostegno alla distribuzione dei film è pari al 50 per cento dei costi.
Infine la politica: anche l'Europa partecipa al finanziamento pubblico dei partiti: a loro riservati, nel bilancio dell'Ue ci sono, per il 2013, 21,8 milioni di euro. Cui devono aggiungersi 12 milioni per le fondazioni: l'europarlamento garantisce l'85 per cento delle spese di funzionamento. Tutto ciò, per le iniziative a regia di Bruxelles. Cosa accade quando i fondi vengono erogati e gestiti a livello locale?