I minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese al 31 marzo 2006 sono 6.358, per i quali una delle problematiche più annose risulta il rilascio di un permesso di soggiorno al compimento della maggiore età. Allo stato attuale, rileva Save the Children, le Questure applicano un'interpretazione restrittiva della legge Bossi-Fini: il permesso viene infatti concesso solo a quei minori che sono entrati in Italia prima del compimento dei 15 anni e che abbiano seguito un progetto di integrazione per 2 anni. Coloro che invece sono arrivati in Italia dopo i 15 anni, al compimento della maggiore età diventano irregolari anche se sono stati affidati e hanno seguito un percorso di integrazione scolastica, formativa e lavorativa. Questa interpretazione della legge, sottolinea il Documento di Save the Children, è illegittima in quanto contraria alle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e Consiglio di Stato del 2005, in base alle quali un permesso di soggiorno può essere rilasciato anche ai minori affidati o sottoposti a tutela che siano entrati in Italia dopo il compimento di 15 anni. Inoltre, tale prassi ha delle conseguenze molto negative, perché disincentiva i minori che sono entrati a 15 anni compiuti (la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati) a seguire un percorso di integrazione: sapendo infatti di non poter ottenere il permesso di soggiorno una volta raggiunti i 18 anni, imboccano strade diverse, spesso di illegalità e marginalità. Per contro, questa interpretazione incoraggia i bambini a entrare in Italia prima dei 15 anni, creando una fascia di minori non accompagnati ancora più vulnerabile e a rischio. Pertanto, Save the Children suggerisce e raccomanda: - l'invio immediato di una circolare del Ministero dell'Interno che dia disposizione alle Questure di applicare la legge conformemente alla giurisprudenza della Corte Costituzionale e del Consiglio Stato; - la successiva abrogazione degli articoli della legge Bossi-Fini che subordinano la concessione del permesso di soggiorno, al compimento dei 18 anni, alla presenza del minore in Italia da almeno 3 anni e all'inserimento in un progetto di integrazione da 2 anni. Save the Children ha inoltre posto l'accento sulla problematica dei rimpatri assistiti, esortando una maggiore rapidità nelle indagini familiari e nell'attuazione del rimpatrio stesso, e raccomandando che tale provvedimento sia adottato esclusivamente nel superiore interesse del minore e tenendo in considerazione la sua opinione, in conformità a quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Save the Children Italia Tel: 06.48.07.0023/71 Giusy De Loiro:339.7480684 Emanuela Salvatori: 338.7518129 press@savethechildren.it

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