Monitoraggio della «Goletta»: critiche le situazioni di Iseo, Garda, Como e Varese. Male anche Bolsena e Albano. Promosso Bracciano
Batteri fecali oltre il limite stabilito dalla legge, perché gli scarichi fognari dei comuni dell'entroterra finiscono in acqua attraverso fiumi e torrenti. Lo stato di salute dei laghi italiani è tutt'altro che confortante. Le situazioni più gravi si registrano nei laghi del Nord Italia, soprattutto in quelli di Como, Varese, Iseo e sul lago di Garda. Promosso a pieni voti, invece, il lago di Viverone, nel Piemonte. Un po' meno grave la situazione delle acque interne del Lazio, dove risultano «inquinate» o «fortemente inquinate» 6 aree tra le 17 finite sotto osservazione. Situazione buona a Bracciano, Salto e Turano.

«IL RISCHIO AMBIENTALE» - I dati arrivano dal monitoraggio scientifico sui laghi italiani effettuato nei giorni scorsi dalla Goletta dei Laghi di Legambiente. «Tra le 64 aree da noi monitorate in tutta Italia, 40 zone risultano inquinate, 29 di queste in maniera particolarmente preoccupante. Le situazioni critiche sono ancora troppe: è necessario investire di più sulla tutela dei laghi», spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. «In Italia c'è un sistema di depurazione carente, che riguarda ancora un quarto della popolazione. Rischiamo gravi ripercussioni ambientali e pesanti sanzioni per le violazioni delle direttive europee», aggiunge Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente.

IL CASO DI ISEO E GARDA - La «maglia nera», anche in questa settima edizione del monitoraggio della Goletta, spetta ai grandi laghi del Nord, su cui si riscontra la falla più grande nel sistema di depurazione. Sono 36, infatti, i punti risultati fuori legge nei laghi del Nord Italia, perché «inquinati» o «fortemente inquinati». Sul lago di Iseo (Lombardia) sono state esaminate 7 zone, di cui 6 risultate inquinate (cinque di queste in maniera molto grave, con la presenza di batteri fecali ben oltre il doppio del limite di guardia previsto dalla legge). Sul lago di Como (Lombardia), dei 13 punti campionati, 10 sono risultati critici (otto dei quali fortemente inquinati).

MALE IL «MAGGIORE» - Sul lago Maggiore (Lombardia-Piemonte) sono stati effettuati 6 prelievi: in 5 zone le acque sono risultate fortemente inquinate. Sul lago di Varese (Lombardia) i tecnici di Legambiente hanno realizzato due campionamenti: dati sconfortanti in entrambi i casi. Sul lago di Lugano (Lombardia), i tre punti esaminati hanno rivelato due volte acque «fortemente inquinate», e «inquinate» nel terzo caso. Sul lago di Garda (Trentino-Lombardia-Veneto) sono stati prelevati 14 campioni d'acqua: dati preoccupanti in 8 circostanze (in 5 casi «fortemente inquinate» e altre 3 volte da classificare come «inquinate». Tra i laghi del Nord Italia, solo Viverone (in Piemonte) supera a pieni voti l'esame di Legambiente: acque «ok» in entrambi i rilevamenti.

NEL LAZIO - Non troppo soddisfacente, ma sicuramente meno cupa la situazione dei laghi del Lazio. Diciassette i punti monitorati: risultati preoccupanti in sei casi (quattro volte acque «fortemente inquinate» e due volte «inquinate»). Bene il lago di Salto e quello di Turano, in provincia di Rieti, che non presentano aree a rischio. Promosso anche il lago di Bracciano, vicino Roma: la rilevazione ha fornito dati molto tranquillizzanti. Male, invece, il lago di Bolsena (Viterbo), con acque «inquinate» o «fortemente inquinate» in tre rilevazioni sulle cinque effettuate. Alcune situazioni critiche lungo il lago di Albano (Roma). Tre le rilevazioni effettuate: due volte risultati «entro i limiti di legge» e «fortemente inquinato» nel terzo caso. Per Fibreno (Frosinone) e per Vico (Viterbo), positiva una rilevazione su due.

Pierluigi Spagnolo

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