Sanità, contratti, tetti di spesa e ripiano del debito: è convocata per oggi, alle 16,30, il nuovo vertice tra la struttura commissariale e le associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale accreditata. In prima fila l'Aspat guidato da Pier Paolo Polizzi.
La riunione mira ad apporre le ultime limature al nuovo decreto annunciato dal sub-commissario Mario Morlacco per emendare il contestatissimo provvedimento della Regione contrassegnato dal n. 76 e licenziato agli inizi di luglio. A quanto si apprende sarebbero stati tutti accolti i correttivi richiesti dalle associazioni imprenditoriali. Ovvero il passaggio da 150 a 90 giorni dei pagamenti a partire dalla data di emissione delle fatture e il ripristino delle percentuali, sul totale fatturato, dell'85 per cento per la specialistica e 90 per cento per la riabilitazione al posto del 70 per cento fissato dal decreto di inizio luglio. Il saldo fattura, invece, sarà corrisposto entro il successivo trimestre solare.
Sul fronte del ripiano del debito pregresso l'ultima offerta di Palazzo Santa Lucia, oggetto di una riunione ieri sera al Centro direzionale, consiste in una moratoria di un anno di tutti i crediti vantati dalle imprese, che siano o meno oggetto di transazione, compresi i decreti ingiuntivi già giunti a precetto. Il tutto a fronte del rispetto degli impegni contrattuali che saranno ufficializzati nel decreto commissariale sui tetti di spesa e da licenziate entro gli inizi di agosto. In caso di inadempienza della parte pubblica una clausola di garanzia inserita a margine del contratto scioglie ogni impegno da parte dei privati. Il nodo resta il fatto che le Asl napoletane, nelle more della firma dei contratti, non ancora messo in pagamento una sola fattura del 2012 iscritta tra i crediti dei centri privati.
Via libera, intanto, anche all'istituzione di un tavolo sulla compartecipazione della spesa, da parte dei Comuni e dei pazienti, per le attività sociosanitarie che rientrano nell'alveo di riabilitazione. La nuova disciplina, che attribuisce dal 30 al 50 per cento dei costi assistenziali agli enti locali e alle famiglie, è in vigore dal 1° giugno. In assenza di un'attenta regolamentazione i costi sono per ora sostenuti per intero dai centri erogatori e ascritti a un credito di fatto inesigibile visto lo stato delle casse dei Comuni.