Per la frode più grande della storia iraniana sentenze durissime contro 39 persone
di Anna Mazzone
A Teheran 39 persone sono state condannate per la più grande frode bancaria nella storia dello Stato persiano. La Corte ha deciso la pena di morte per 4 di loro, ai vertici bancari del Paese.
Le "menti" della maxi-frode, condannate all'impiccagione, sono colpevoli di aver contraffatto delle lettere di credito della banca iraniana Saderat, creando un buco nero dell'istituto di credito per un totale di 2.6 miliardi di dollari e gettando sul lastrico migliaia di piccoli risparmiatori, già vessati dalle sanzioni e dall'inflazione galoppante.
Dei trentanove sul banco degli imputati, oltre ai quattro per i quali all'orizzonte si profila il cappio, altri due sono stati condannati all'ergastolo e tutti gli altri resteranno in carcere dai 10 ai 25 anni. Pene esemplari. E, d'altronde, Teheran aveva promesso tolleranza zero nei confronti dei banchieri-truffatori.
I condannati sono stati identificati solo attraverso le loro iniziali durante tutto il processo, che è stato trasmesso in diretta, oscurando i volti delgi imputati in aula.
L'unico nome che si conosce è quello dell'artefice della truffa, Amir Mansoor Khosravi. Lo spericolato businessman ha contraffatto lettere di credito della banca Saderat con l'intento di sovvenzionare decine di compagnie e riuscire a comprare un'acciaieria statale.
La sentenza della Corte di Teheran va nella direzione di "salvare" gli equilibri tra i vari leader politici di del Paese, accusati dall'opinione pubblica di essere "amici" dei banchieri e di condividerne la corruzione, mentre il popolo è affamato dalle sanzioni internazionali.
Celebre il discorso televisivo della Guida suprema, l'ayatollah Alì Khamenei che, pur condannando la speculazione finanziaria, ha voluto però sottolineare che i media dovrebbero evitare di tirare continuamente in ballo questa storia, perché "non è rappresentativa" della trasparenza delle istituzioni bancarie del Paese.
Lo stesso Mahmoud Ahmadinejad era rimasto marginalmente investito dallo scandalo. Adesso i condannati potranno fare ricorso, ma è difficile che la Corte di Teheran faccia un passo indietro. il pugno di ferro, soprattutto di questi tempi, paga molto bene in termini di consenso politico.