Marco Maccari

Non è l'ARAI*. Spicca tra le recenti deliberazioni della giunta regionale veneta l'intervento a sostegno delle famiglie e dei minori adottati. Con l'intervento si vuole iniettare nuova linfa nel progetto Veneto Adozioni, il sistema che «negli anni ha realizzato interventi di formazione, informazione e accompagnamento a tutto il sistema di attori sul territorio regionale, finalizzato alla costruzione di una rete a favore delle famiglie e dei minori adottati».

È la delibera numero 1302, firmata il 3 luglio. Un nuovo stanziamento di 120 mila euro, a garanzia della continuità di un progetto che tiene: un sistema «articolato e coerente di iniziative, azioni e progetti a favore dell'adozione», afferma l'assessore al welfare Remo Sernagiotto.

È la vittoria di una collaborazione armoniosa tra il settore pubblico e gli enti privati operativi sul territorio veneto. «È da tanto che la Regione Veneto punta su questo progetto - dichiara Alice Paolin, responsabile Ai.Bi. nella sede di Mestre -. Con questa delibera viene ribadita l'importanza fondamentale del servizio». Un servizio articolato tra le Ulls e gli enti autorizzati privati per offrire formazione alle coppie adottanti.

«Sistema ben diverso da quello che recentemente ha messo in atto la Regione Lazio, che ha stabilito di aprire uno sportello adozioni collaborando con l'agenzia piemontese ARAI, ente pubblico per le adozioni internazionali. L'idea di creareun'ARAI veneta ha effettivamente sfiorato la Giunta regionale - svela Paolin - ma, una volta visto quanto costava, è stato deciso di collaborare con gli enti autorizzati esistenti sul territorio».

* Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali, Piemonte.

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