La stanza è gremita di donne avvolte nei lunghi "Thop" colorati, l'aroma del caffè si diffonde nell'aria e si mescola con quella delle spezie, le mani alzate battono il tempo, mentre Fatma anima la festa con la sua voce forte e suadente. Una donna si alza e comincia a ballare, seguita a turno dalle altre. Gli utensili per cucinare si trasformano in strumenti musicali ed ecco che il pestello per macinare il caffè scandisce il tempo della danza. Una bambina seduta sulle gambe della madre batte felice le manine. In un angolo della stanza, su un tavolo sono sistemati con ordine i vassoi di prelibatezze che le donne hanno preparato durante la mattinata: biscotti, dolci, mezzelune di pasta sfoglia, patatine fatte a mano.
Il corso di cucina, nato dalla collaborazione tra il VIS, UNIDO e la RED CRESCENT Sudanese e finanziato dalla cooperazione giapponese, è iniziato alla fine di giugno e durerà 3 mesi. Le beneficiarie del corso sono 20 donne che vivono nei campi profughi e nelle baraccopoli attorno alla capitale del Sudan. L'insegnante, Ishraga, è una donna di grande personalità e carisma, con un'esperienza di anni di lavoro nei campi profughi. Ha una dote innata per la cucina ed è capace di trasformare, come se avesse una bacchetta magica, i nostri maccheroni italiani in patatine fritte, semplici ingredienti in delicati dolcetti al dattero e di creare dal nulla prelibatezza di ogni forma.
Grazie al corso, queste venti donne avranno la possibilità di apprendere i segreti della cucina di Isharaga e di iniziare una piccola attività imprenditoriale che permetta loro di non dipendere dagli uomini della famiglia in una società in cui vige la "Sharia" o, a chi è sola, di mantenere i propri figli. Per il VIS Sudan si tratta di un nuovo ambito di intervento che potrebbe in futuro essere sviluppato e ampliato su diversi orizzonti. In un paese come il Sudan, dilaniato da conflitti decennali, da una situazione economica che ogni giorno si fa più critica e da una sempre maggiore chiusura del paese e della mentalità, le donne sono la fascia della popolazione a soffrire di più.
Ma ecco che il ritmo si fa più incalzante, il coro delle donne più intenso e il battito più frenetico. Anche noi, spettatrici di questo momento di gioia, siamo chiamate a partecipare alle danze. E per una giornata queste donne dimenticano i problemi quotidiani e si lasciano travolgere dalla musica, assaporando la gioia della libertà.
Carlotta
Volontaria VIS in Sudan