I ribelli: ad Aleppo il regime sta preparando un massacro di civili, intervenga l'Onu. I due connazionali rientrati in Italia.
Mentre in Siria infuria una guerra crudele, soprattutto ad Aleppo dove sabato si sono contati 168 morti tra cui moltissimi civili, il Papa chiede che «sia garantita la necessaria assistenza umanitaria e l'aiuto solidale» e che «chi ha maggiori responsabilità si impegni per la pace». Lo ha detto dopo l'Angelus recitato a Castelgandolfo, spiegando che continua a «seguire con apprensione i tragici e crescenti episodi di violenza in Siria con la triste sequenza di morti e feriti, anche tra i civili, e un ingente numero di sfollati interni e di rifugiati nei Paesi limitrofi». Il Papa rivolge un «pressante appello» perché si ponga fine a ogni violenza e spargimento di sangue e non venga risparmiato alcuno sforzo nella ricerca della pace, anche da parte della comunità internazionale con dialogo e riconciliazione per un'adeguata soluzione politica del conflitto.
«SI SCAVANO LA FOSSA» - Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario alla Difesa americano, Leon Panetta, secondo cui «Aleppo è un nuovo esempio tragico della violenza cieca alla quale è ricorso il regime contro il suo popolo, un regime che si sta scavando la propria fossa»
«MASSACRO DI CIVILI» - Sul fronte interno, il Consiglio nazionale siriano (principale gruppo dell'opposizione) ha chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu per fermare i massacri di civili che «il regime si prepara a commettere» ad Aleppo. Il Cns chiede che siano prese «le misure necessarie per proteggere i civili». Anche il capo del consiglio militare di Aleppo ha rivolto un appello all'Occidente per imporre una no fly-zone nel nord della Siria, accusando il regime di preparare «un massacro» ad Aleppo, come spiega il colonnello Abdel Jabbar al-Oqaidi in un'intervista alla France Presse. Secondo al-Oqaidi, i quartiere di Aleppo saranno «la tomba dei carri armati del regime» dopo che i ribelli hanno respinto un nuovo assalto: «Chiediamo all'Occidente una no fly-zone, siamo pronti a far cadere questo regime». Il regime continua invece a ostentare sicurezza: «I ribelli verranno sconfitti ad Aleppo e fermeremo la cospirazione contro la Siria» ha tuonato il ministro degli Esteri di Assad, Walid Moallem. L'Onu dal canto suo ha sottolineato come in soli due giorni vi siano stati 200 mila sfollati da Aleppo, segno di una escalation di violenza che non può essere sottovalutata.
VIOLENTI SCONTRI - Ad Aleppo domenica mattina sono ripresi violenti combattimenti, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani. Gli attivisti parlano di esplosioni, sentite chiaramente «quando l'aviazione ha sorvolato la città». È anche in corso «un esodo di massa degli abitanti» del quartiere di Hanano (nord-est), dove è in aumento l'offensiva dell'esercito siriano. I blindati hanno nuovamente tentato di prendere d'assalto il quartiere di Salah ad Din, roccaforte dei ribelli, ma sono stati respinti dai combattenti dell'esercito libero, formato da disertori militari e da civili armati, che «hanno distrutto un carro armato», ha raccontato un militante raggiunto via Skype. Un altro ribelle ha detto che gli scontri si concentrano a Salah ad Din, ma anche nei quartieri di Bab al-Nasr e Bab al-Hadid.
I TECNICI ITALIANI - Stanno invece bene e sono rientrati in Italia i due tecnici italiani che erano stati rapiti a Damasco il 18 luglio e che sono stati liberati sabato. «Sono finalmente al sicuro e stanno facendo rientro in Italia» aveva detto in mattinata il titolare della Farnesina Giulio Terzi, annunciando la definitiva conclusione della vicenda ed esprimendo «grandissima soddisfazione».
Redazione Online